Il Festival di Sanremo e le Borse europee: somiglianze e differenze
 

Tra poche ore si chiuderà l’Edizione 2025 del Festival di Sanremo.

Uno spettacolo che, per una intera settimana, monopolizza in Italia tutti i media.

La nazione intera viene coinvolta: chi non ne parla? Chi non ne scrive? Nelle trasmissioni TV della politica e dello sport, non possono mancare gli accenni al Festival canoro. La apertura di tutti i siti di tutti i mezzi di informazione è dedicata, per una settimana, alle canzoni. Le guerre e il Parlamento passano in secondo piano.

Noi di Recce’d quindi dedichiamo il Blog di oggi ad una critica dei contenuti musical del Festival.

Ovviamente, stiamo scherzando: era una apertura di Post scherzosa.

Scherzo per scherzo: le Borse europee di gennaio e febbraio sono una cosa seria? Oppure stiamo scherzando?

In queste prime settimane del 2025, i mercati finanziari sono numerosi i segnali che ci fanno chiedere: “Ma stiamo scherzando?”.

Guardate nel grafico qui sopra: l’indice più importante al Mondo, che è lo S&P 500 di New York, da più di un mese oscilla in un intervallo strettissimo. Tra il punto puù alto, e quello più basso, c’è uno 1% circa di differenza.

Per un mese.

Ma stiamo scherzando?

Noi non sentiamo necessità di aggiungere altro, a questo proposito. In centinaia di occasioni abbiamo chiarito che oggi la Borsa di New York è un mercato che non solo è manipolato, ma è anche del tutto artificiale. Ed abbiamo detto al nostro lettore di pensarci bene, prima di mettere i propri risparmi sui titoli trattati a New York.

Ma l’Europa? Perché nelle prime settimane del 2025 i listini europei sono in rialzo? Anche se l’America è ferma?

E poi, una seconda domanda: finirà come nel 20204? Lo scorso anni, come ricorderete, ci fu un (modesto) rialzo dei listini EU nei primi tre mesi del 2024, a cui seguirono poi nove mesi di assolutamente nulla. Zero, come si legge nel grafico.

Sarà lo stesso nel 2025? Oppure salirà ancora? Oppure scenderà?

Noi vi forniremo la nostra risposta a queste due domande.

Come vi dicono in modo chiarissimo i numeri che leggete nell’immagine qui sopra, il movimento degli indici europei ad inizio 2025 va verso l’alto, ma è molto modesto: si tratta solo di una modesta percentuale.

E tuttavia, trova molto spazio sui social e sui media. Perché?

Per tre ragioni principalmente:

  1. i media ed i social in questo momento hanno poco o nulla su cui sbizzarrirsi: Trump bombarda ogni giorno il pubblico di annunci sulle tariffe che però subito dopo vengono contraddetti e smentiti dallo stesso Trump;

  2. il tema “AI” si è già raffreddato, per non dire che è stato messo nel congelatore;

  3. e il soft landing? che fine ha fatto il soft landing?

Il soft landing era stato, per 18 mesi, il tema di vendita più forte in Goldman Sachs, in UBS, in BNP Paribas, in JP Morgan. Dove sta oggi il soft landing? Perché nessuno ne parla più, neppure di sfuggita?

Le stesse banche internazionali hanno quindi messo le Borse europee in vetrina: è la sola cosa che si muove, anche se di poco.

Per noi investitori, è stato spesso vincente l’andare CONTRO queste massicce campagne di promozione, poi sostenuta in modo unanime in Italia dalle Reti di promotori finanziari, pagati a retrocessione, come sono Mediolanum, Fineco, Fideuram, Banca Generali, Allianz ed altre: quelli che si fanno chiamare “consulenti”, ma poi sono pagati a retrocessione, sulla merce che riescono a piazzarvi, in palese conflitto di interesse.

Qualcuno di loro oggi vi parla più di soft landing? Chiedete: chiedete che fine ha fatto e perché.

Per noi investitori, nel breve come nel medio e lungo periodo, le Borse europee sono state spesso un ottimo modo … di perdere soldi.

Come potete vedere nel grafico qui sopra, l’indice europeo che si chiama Stoxx 50 ha recuperato soltanto dopo 25 anni il livello del 2000. E questo ovviamente è un dato lordo, e non netto, dell’inflazione in questi 25 anni.

Insomma, una pessima scelta, un pessimo investimento.

Ma in queste settimane, come una canzonetta del Festival di Sanremo, piace, tira, ha successo.

Lo potete leggere nel grafico che segue.

Fa dove provengono questi flussi, che si trasformano poi in ordini di acquisto?

Facilissimo da spiegare: prima di tutto dai promotori finanziari, che in queste settimane … non hanno proprio niente altro da fare, per vendere qualcosa, e occupare il tempo del Cliente. Non c’è il soft landing, non ci sono i tagli dei tassi, non ci sono le Banche Centrali, non c’è più neppure AI a tenere allegra la compagnia.

C’è solo Sanremo, e le Borse europee.

E poi, c’è il pubblico di Sanremo: degli investitori fai-da-te, quelli che credono si possa operare sui mercati soltanto leggendo dai social e guardando la TV, sempre restando sdraiati sul divano.

Quelli che si fanno manipolare persino dagli annunci di Trump sulla pace in Ucraina: che a tutto oggi ricordano gli annunci di “grande accordo commerciale con la Cina”, che ci perseguitarono per tutto il 2018 e tutto il 2019, senza poi dare mai luogo ad un concreto risultato.

Quei tanti che neppure si informano sullo stato dell’economia europea, sui rischi di recessione, sui rischi di instabilità politica, sulla persistenza del tasso di inflazione al 3%, e la conseguente incertezza sugli spazi di manovra che rimangono oggi praticabili per la BCE. Quelli che, da sempre e come sempre, vanno dietro al gregge. E leggono soltanto l’ultima notizia, dalla prima pagina.

(Bloomberg) — Il rally azionario europeo si sta surriscaldando e dovrebbe fermarsi, poiché gli investitori sono diventati eccessivamente ottimisti su un potenziale cessate il fuoco in Ucraina.

La fine della guerra è sempre stata un jolly per i mercati azionari europei. Ora gli investitori stanno iniziando a prepararsi a questo scenario, acquistando in modo aggressivo settori ad alta intensità energetica e ritardatari europei.

Sebbene per alcuni settori rimanga molto potenziale di rialzo, è probabile che il percorso futuro sia volatile. Il benchmark Euro Stoxx 50 è stato raramente così ipercomprato negli ultimi quattro anni e il rally probabilmente si raffredderà, almeno temporaneamente.

"Sarebbe fantastico, se accadesse, ma a essere onesti, penso che sia troppo presto per parlare di cessate il fuoco lì", afferma Marija Veitmane, stratega senior multi-asset presso State Street Global Markets, sottolineando la quantità di lavoro e tempo necessari per riunire entrambe le parti.

In effetti, il percorso verso un accordo rimane incerto. Anche se i colloqui dovessero iniziare, il presidente russo Vladimir Putin ha mostrato poca inclinazione al compromesso e sta ancora ottenendo lenti guadagni sul campo di battaglia.

Alcuni investitori hanno riacquistato in modo aggressivo i loro short sull'Europa, mentre altri stanno diversificando le azioni statunitensi costose e fortemente concentrate. La regione viene scambiata con uno sconto di circa il 40% rispetto agli Stati Uniti e questo divario ha il potenziale per ridursi. C'è anche spazio per i guadagni all'interno dello Stoxx Europe 600 per ampliarsi, con solo il 20% dei suoi membri in territorio di ipercomprato.

"Ciò probabilmente aumenterebbe la valutazione delle azioni europee e sosterrebbe in particolar modo quei settori e quelle regioni più vulnerabili agli alti prezzi del gas", affermano gli strateghi di Goldman Sachs Group Inc., tra cui Lilia Peytavin. "Tuttavia, le correlazioni sono diminuite dall'inizio della guerra, il che potrebbe limitare il potenziale rialzo della sovraperformance europea".


Con la prospettiva di un eventuale cessate il fuoco nella mente degli investitori dopo che i leader degli Stati Uniti e della Russia hanno concordato di avviare i negoziati, i titoli orientati alla ricostruzione dell'Ucraina sono al centro dell'attenzione, come i titoli edili Heidelberg Materials AG e Holcim AG, nonché la società chimica BASF SE.

Gli strateghi di Barclays Plc sono in sovrappeso sui prodotti chimici, ma sono più cauti sulle auto, in parte a causa della minaccia dei dazi statunitensi. Affermano che i materiali da costruzione hanno già avuto una forte corsa, mentre l'estrazione mineraria e l'acciaio potrebbero avere un potenziale di recupero maggiore, insieme ai trasporti e al tempo libero.

"Sebbene non sia chiaro se una tregua nel conflitto porterebbe a una rimozione delle sanzioni sulla Russia e a un miglioramento dell'approvvigionamento energetico per l'Europa in tempi brevi, pensiamo che gli investitori potrebbero vederlo come un logico passo successivo", affermano gli strateghi di Barclays guidati da Emmanuel Cau. "Questo potrebbe sollevare il sentiment sui settori ad alta intensità energetica e sulle attività manifatturiere, che hanno generalmente avuto risultati inferiori negli ultimi tre anni".

La ricostruzione dell'Ucraina sarebbe una delle più grandi imprese edili degli ultimi anni, con costi totali di quasi 500 miliardi di dollari, secondo la Banca Mondiale. Ciò richiederebbe un'elevata intensità di materie prime, in particolare per acciaio e cemento, per ripristinare edifici e infrastrutture. Gli economisti di Goldman Sachs stimano che un accordo di pace probabilmente aumenterà la fornitura di gas russo all'Europa e ridurrà i prezzi del gas del 15%-50%, mentre gli analisti di Jefferies vedono qualsiasi de-escalation o allentamento delle sanzioni che circondano il petrolio e il gas russi come un importante impulso alla redditività dei prodotti chimici.

Un'energia più economica potrebbe anche essere una manna per le aziende più piccole. L'indice tedesco a media capitalizzazione MDAX ha avuto una performance inferiore al suo pari a grande capitalizzazione DAX di oltre il 40% dall'inizio della guerra, secondo gli strateghi di Societe Generale SA guidati da Alain Bokobza. Si tratta del divario più ampio dalla creazione dell'euro.

"È chiaramente una buona notizia inequivocabile per i mercati europei se ci sarà una normalizzazione dei prezzi dell'energia e una normalizzazione dell'approvvigionamento energetico dalla Russia", afferma Edward Cole, responsabile delle azioni multi-strategia di Man Group. "Ma piuttosto che un'ampia opportunità di generare beta e quindi performance, vediamo il caso per operare una stretta selezione delle azioni".


Come sapete, il lavoro di Recce’d per la gestione dei portafogli modello ha successo perché noi applichiamo metodo ed analisi ai dati ed alla realtà intorno a noi, la realtà sulla quale i nostri Clienti investono il loro risparmio.

In Recce’d, non si corre mai dietro all’ultimo titolo sul giornale: il nostro successo deriva dalla capacità di anticipare i prossimi titoli sui giornali. Lo ricordano sicuramente i lettori di questo Blog, che nel 2022 prese una nettissima posizione contro tutti gli annunci di un “crollo della Russia in tre mesi”.

A distanza di tre anni, possiamo ben dire che quella nostra posizione fece l’interesse di tutti quei lettori che decisero di seguirci, anche nelle scelte di investimento.

Oggi, Recce’d applica proprio quello stesso metodo, e quelle medesime analisi dei fatti, che allora ci portarono al successo. Oggi, in merito alla Borsa europea, vi suggeriamo di non abboccare ad un falso segnale.

Le ragioni per le quali Recce’d arriva a fornire questa indicazione operativa sono molte: come già detto, i nostri Clienti sono stai informati nel dettaglio.

Recce’d ne scrisse, con dettaglio, al Cliente per una intera settimana, nella Sezione Operatività del The Morning Brief, a fine del gennaio scorso.

Al lettore del Blog, noi oggi suggeriamo di leggere con attenzione l’articolo che segue, che in modo ordinato ed efficace presenta sia i pro sia i contro, partendo appunto dall’atteggiamento dei gestori dei Fondi Comuni di Investimento internazionali, che avevano sotto-pesato l’Europa dopo l’avvio del conflitto tra Russia ed Ucraina.


La prospettiva di un cessate il fuoco in Ucraina sta aggiungendo un premio di pace a uno straordinario inizio d'anno nei mercati europei.

Già, molto contro il consenso, l'Europa è stata il trade di spicco del 2025. Il Dax tedesco ha battuto i record, così come l'indice pancontinentale Euro Stoxx. Che si misuri in sterline o euro, o si converta in dollari, i guadagni percentuali in molti mercati europei sono ben oltre le doppie cifre quest'anno, sbaragliando i presunti potenti Stati Uniti. Persino il FTSE 100 del Regno Unito, normalmente lento, batte l'S&P 500 statunitense. A rischio di farti sentire vecchio, questo è stato uno degli inizi più forti di qualsiasi anno nella regione dal 1987.

Ciò che è mancato qui, però, è un qualsiasi senso di entusiasmo. Il rally è stato in gran parte poco amato, riflettendo l'assenza di cattive notizie: nessuna tariffa commerciale generalizzata da Donald Trump (ancora) e nessuna seria esplosione nei mercati obbligazionari governativi globali (anche per ora). Si tratta di un recupero che indica anche un leggero caso di nervosismo attorno ai mercati azionari statunitensi altamente concentrati, incentrati sulla tecnologia e politicamente carichi. A denti stretti, gli odiatori dell'Europa (e i sostenitori dell'eccezionalismo americano) sono stati costretti ad accettare di aver esagerato. La cosiddetta copertura allo scoperto, in cui gli investitori con scommesse negative di fatto rinunciano, ha avuto un ruolo importante nel guidare i guadagni all'inizio del 2025.

Ora, però, quella fase è "finita", come ha affermato Barclays in una nota questa settimana. "Il posizionamento non è più depresso, non c’è più la sotto-pesatura delle Borse europee", hanno affermato Arihanth Bohra Jain e colleghi della banca, poiché i conti speculativi a breve termine sono passati da negativi a positivi. "Non depresso" non è certo un'approvazione clamorosa, ma la narrazione che sta prendendo piede è che non si tratta di un'anomalia. I grandi investitori come i fondi pensione e gli assicuratori sono stati, come al solito, più lenti dei loro colleghi speculativi più volubili, finora invertendo meno del 10 percento delle loro recenti vendite di azioni europee, stima la banca.

Ciò suggerisce che non è il momento di rinunciare o di bloccare i guadagni. Questo è un punto chiave. È difficile sopravvalutare quanto siano stati profondamente sfavoriti i mercati europei negli ultimi anni. Come ha scritto Sharon Bell di Goldman Sachs questa settimana, i fondi azionari europei hanno subito deflussi quasi ogni settimana dall'invasione su vasta scala dell'Ucraina tre anni fa. Per molti investitori globali, anche solo tornare alla neutralità sull'Europa, per non parlare di posizioni positive, lascia un'enorme quantità di denaro ancora da inondare. Con un tempismo perfetto, arriva la possibilità di una sorta di accordo di pace in Ucraina, guidata dalla conversazione di questa settimana tra Trump e Vladimir Putin della Russia. L'accordo che sembrano costruire è imperfetto e pacchiano, coglie di sorpresa l'Europa e dà all'Ucraina stessa poca voce in capitolo sul proprio territorio.

Ma se un accordo tra il Cremlino e la Casa Bianca produrrà risultati è ancora un grande se. I mercati sono creature semplici, tuttavia. Quando la notizia dei colloqui è arrivata giovedì, ha prodotto un guadagno di oltre il 2 percento nel Dax 40, il suo giorno migliore in più di due anni. "Per le azioni europee, vediamo una serie di potenziali benefici: premio di rischio più basso, prezzi dell'energia più bassi, migliore fiducia dei consumatori, crescita economica più forte", hanno scritto Bell e colleghi di Goldman Sachs. "I nostri economisti stimano un potenziale aumento del PIL dell'area dell'euro dello 0,2 percento in uno scenario di cessate il fuoco limitato e un aumento dello 0,5 percento in uno scenario al rialzo". Analisti e investitori vedono anche molto spazio per un processo di pace da svolgere in altre sacche dei mercati. I titoli di stato ucraini sono aumentati di prezzo questa settimana, spingendo i rendimenti al punto più basso in tre anni. Anche l'euro è visto come un potenziale beneficiario, in particolare se gli investitori globali continuano ad accaparrarsi azioni europee. Per gli investitori più avventurosi o specializzati, Bank of America espone il caso per le piccole azioni tedesche.

Se si esclude Mosca, nessuno qui stappa i tappi di champagne. Gli ostacoli sulla strada di un accordo di pace duraturo sono seri ed è difficile vedere come potrebbe risolvere rapidamente l'enigma energetico dell'Europa. "Non è ovvio che un accordo di pace aprirebbe a una rinnovata esportazione di energia su larga scala dalla Russia all'UE o consentirebbe ai paesi europei di ridurre le loro ambizioni di riarmo", hanno scritto gli analisti di Danske Bank. "Ci sarebbe bisogno di ricostruire l'Ucraina, il che potrebbe avvantaggiare alcune aziende europee, ma anche mettere ulteriormente a dura prova le finanze pubbliche nei paesi dell'UE.

A parte le preoccupazioni strategiche a lungo termine, un altro motivo di cautela è che le azioni europee non sono così economiche come sembrano. Le azioni statunitensi le hanno superate in termini di valutazioni, ovviamente, ma come sottolinea Bell, i rapporti prezzo/utile europei sono solo un po' più bassi ora rispetto alla vigilia dell'invasione del febbraio 2022 e sono ancora un po' più alti della media degli ultimi due decenni. Quindi sono economiche rispetto agli Stati Uniti, ma non esageratamente economiche alle loro condizioni. Tuttavia, il cambiamento positivo di umore sull'Europa è già stato sorprendente e il premio di pace le sta chiaramente dando ulteriore slancio. I pessimisti sono molto sulla difensiva.


Recce’d come sempre ha regalato al proprio lettore un utile contributo alle scelte: un supporto pratico, sul quale fondare la rivalutazione delle proprie posizioni, ed in particolare del risparmio che oggi è investito sui mercati europei (Borse, ma pure titoli di Stato).

Al nostro Cliente, in aggiunta a questo qualche settimana fa documentammo che è un falso l’argomento che “le Borse europee sono meno care”, e non è difficile dimostrarlo con i numeri.

Nel Post di oggi invece completiamo il nostro Post facendo riferimento al tema del giorno, il tema strillato dalle prime pagine dei quotidiani e soprattutto dai social e dalle chat.

Il tema in questione è ovviamente la pace in Ucraina: se mai arrivasse, si tratterebbe di un miglioramento, oppure di un peggioramento, sella situazione in Europa ed in Italia?

Vi proponiamo di leggere una opinione che, per molte parti, Recce’d si sente di condividere. Esaminate anche questo aspetto della questione: vi sarà utile.

Ukraine ‘peace dividend’ will be paid by Europe

Di Pierre Briancon

13 febbraio 20251:37 PM GMT+

BERLINO, 13 febbraio (Reuters Breakingviews) - L'Europa non dovrebbe aspettarsi alcun "dividendo di pace" dalla tregua Donald Trump e Vladimir Putin affermano di essere pronti a colpire l'Ucraina. Sebbene le nazioni europee abbiano fornito la maggior parte, apre una nuova scheda dei 213 miliardi di dollari di sostegno finanziario stanziati all'Ucraina dall'invasione russa di tre anni fa, sono state snobbate dal presidente degli Stati Uniti dopo i colloqui con la sua controparte russa mercoledì. Il conto che devono affrontare ora è molto più alto del semplice costo di attuazione di qualsiasi tregua.

Il segretario alla Difesa di Trump, Pete Hegseth, ha esposto le nuove regole del gioco in un discorso al quartier generale della NATO. Gli Stati Uniti, ha affermato, non forniranno né truppe né aiuti per aiutare a implementare una potenziale tregua con Kiev. Il presidente ucraino Volodymyr Zelenskiy ha già accettato il principio delle concessioni territoriali e ha stimato che potrebbero essere necessarie circa 200.000 truppe per garantire un cessate il fuoco sul campo. Anche metà di tale forza rappresenterebbe un peso per gli eserciti francese e britannico, che potrebbero sopportare il peso dello sforzo.

Ma guardando al futuro, un accordo di pace causerebbe un mal di testa ancora maggiore. Incoraggerebbe la Russia premiando le sue ambizioni territoriali. Insieme all'intenzione palese degli Stati Uniti di tirare la coperta di sicurezza che ha protetto l'Europa dalla seconda guerra mondiale, l'Europa dovrebbe accelerare l'aumento militare avviato 10 anni fa quando Putin ha annesso la Crimea.

La spesa per la difesa dei governi europei è balzata del 12% in termini reali lo scorso anno a 447 miliardi di dollari, secondo quanto afferma l'International Institute for Strategic Studies (IISS). Germania, Regno Unito, Francia e Italia insieme hanno rappresentato il 60% di tale importo. Con 968 miliardi di dollari, la spesa per la difesa degli Stati Uniti è stata più del doppio.

La maggior parte dei membri europei della NATO sta ora sborsando circa il 2% del PIL per le proprie spese militari e, secondo la maggior parte degli esperti, dovrebbe aumentare tale cifra al 3% per far fronte alle sfide attuali. Ma anche ai tassi di crescita del 2024 ci vorrebbero cinque anni per raggiungere quel livello e 10 anni per raggiungere il 5% del PIL che Trump ha suggerito che dovrebbero spendere, secondo l'IISS.

Qualunque siano i loro rigidi vincoli fiscali, gli europei hanno poca scelta. Sono loro che dovranno pagare il presunto "dividendo di pace" generato da una sfuggente tregua in Ucraina. E non possono aspettare molto prima di elaborare una qualche forma di dottrina strategica comune, a partire da un accordo di base sulla provenienza delle minacce.

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha affermato il 12 febbraio che sia il presidente russo Vladimir Putin che il presidente ucraino Volodymyr Zelenskiy hanno espresso il desiderio di pace in telefonate separate con lui e che aveva ordinato ai massimi funzionari statunitensi di avviare colloqui per porre fine alla guerra in Ucraina.

Il Segretario alla Difesa degli Stati Uniti Pete Hegseth ha detto a un incontro degli alleati militari di Kiev presso la sede della NATO lo stesso giorno che un ritorno ai confini pre-2014 dell'Ucraina era irrealistico e che l'amministrazione Trump non vede l'adesione di Kiev alla NATO come parte di una soluzione alla guerra innescata dall'invasione della Russia.


Ed ecco le nostre considerazioni finali.

Come accade al Festival di Sanremo, ed ad ogni altro festival, si esibiscono concorrenti che, nelle ore e nei giorni del Festival, fanno ogni possibile sforzo (dai gesti alle dichiarazioni agli abiti, fino al canto) per impressionare negli occhi e nelle orecchie degli spettatori una immagine.

Tra questi cantanti che si esibiscono, molti avranno poi una carriera ed un successo duraturi. Altri, nonostante gli sforzi per impressionare le retine degli spettatori, sono invece destinati ad una carriera nell’ombra.

Altri ancora, ed è accaduto a molti, saranno presto del tutto dimenticati.

Cose del tutto analoghe accadono ogni giorno sui mercati finanziari. Ed in particolare, in Borsa.

I media, poi, creano confusione affiancando, senza alcun imbarazzo, la scaletta di Sanremo e la guerra in Ucraina, come vedete nell’immagine qui sotto.

Per un investitore, è preferibile tenere le due cose ben distinte, e distanti.

Un gestore di portafoglio competente ed attento si riconosce dal fatto che … ne capisce, di musica. Con un orecchio educato, con grande attenzione ed applicazione, e con il giusto aiuto dell’intuizione e del buon senso, riesce con anticipo a riconoscere chi nel tempo diventerà un artista capace di consolidare ed aumentare il proprio successo, dai tanti mediocri che deluderanno le aspettative.

Ma soprattutto, riuscirà a evitare quei tanti luccicanti e clamorosi fenomeni che i media ed i social esaltano, ma che poi dopo qualche mese nessuno ricorderà, perché il loro valore sarà ridotto a zero o quali.

Un gestore di portafoglio competente sceglie i vincenti, ed evita i lustrini e gli abiti vistosi.

Ed ogni investitore che intenda proteggere, e fare crescere,. il proprio risparmio dovrà fare lo stesso.

Se volete contattarci, noi possiamo spiegarvi alcuni dei trucchi del Festival, e come può succedere che chi arriva tra gli ultimi al Festival di Sanremo poi diventi, negli anni, l’investimento migliore, quello che ripaga di più (e che vi porta le canzoni indimenticabili, che restano nella memoria collettiva e segnano un’epoca).

Proprio oggi, sui mercati finanziari, ci sono molte di queste opportunità. E non sono quelle coi lustrini e le paillettes.

Valter Buffo
Trump prosegue con la politica di Yellen: le implicazioni per i nostri portafogli
 

Ora parte ora parte, ora parte.

Ma poi, non parte.

Euforia, euforia, euforia.

Ma dove è, questa euforia?

Certamente, a voi lettori non sono sfuggite le chiusure di questa settimana.

Che sicuramente hanno aumentato (ancora) il vostro disorientamento.

E, per alcuni, anche l’ansia.

Come avete letto in tutti i Post che Recce’d ha pubblicato nel corso del 2025, le cose stanno andando in modo molto diverso da ciò che vi avevano detto i promotori finanziari, i wealth managers, i financial advisors.

Molto diverso da ciò che vi avevano raccontato PLUS del Sole 24 Ore e Milano Finanza.

Completamente diverso da ciò che vi avevano anticipato JP Morgan, UBS, Goldman Sachs e BNP Paribas (per citarne solo alcune).

Tutti voi lettori sapete che l’indice della Borsa più grande al Mondo, venerdì 7 febbraio 2024, ha chiuso al medesimo livello di tre mesi fa. (immagine di apertura).

Allo stesso modo, tutti voi lettori sapete che oggi un Titolo di Stato degli Stati Uniti (il più grande mercato finanziario del Mondo) sulla scadenza a 10 anni ha chiuso a livelli di rendimento e di prezzo che sono gli stessi di 12 mesi fa.

E questo dopo che il costo ufficiale del denaro è sceso, dello 1%, negli ultimi sei mesi.

Siamo sempre, ancora, al 4,50%.

Un po’ diverso, non vi pare, da ciò che a voi era stato raccontato. Anzi, dato per certo.

Poi c’è anche il dollaro USA, che subito dopo la vittoria elettorale di Donald Trump era partito fortissimo: ma si è fermato due mesi fa, come vedete bene nel grafico che segue.

Insomma: a voi raccontano sempre la favoletta, ma poi la realtà è ben diversa.

Oggi, sono molti gli investitori in ansia: agitati dai media e dai social che strillano, come oche impazzite, di tariffe e di AI.

Sono molti, a chiedersi che cosa succederà adesso.

Vediamo di capirlo insieme, partendo proprio dai fatti dell’ultima settimana. leggere il brano che segue ci serve per ricordare al lettore quali sono, oggi, i temi di mercato di cui si parla con maggiore frequenza.

Ripartiamo quindi dalla sera del venerdì 7 febbraio 2025. Che cosa era successo?


Il mercato azionario era già in bilico prima dei commenti di Trump, poiché alcuni dati precedenti sul sentiment dei consumatori e sull'occupazione indicavano un aumento dell'inflazione e avevano fatto schizzare il rendimento del Tesoro decennale oltre il 4,5% al ​​massimo della sessione.

Il sentiment dei consumatori è sceso a febbraio a 67,8, secondo una lettura preliminare dell'indice del sentiment dei consumatori dell'Università del Michigan. Gli economisti intervistati da Dow Jones si aspettavano 71,3.

Ma forse più preoccupante è stato il fatto che gli intervistati del rapporto prevedono che il tasso di inflazione annuale raggiungerà il 4,3%, segnando un aumento di un punto percentuale rispetto al mese precedente e il suo livello più alto da novembre 2023.

Pubblicato sempre venerdì, il rapporto sull'occupazione di gennaio ha mostrato che il tasso di disoccupazione è sceso al 4% dal 4,1% e che i guadagni orari medi il mese scorso sono stati più alti del previsto.

Amazon ha perso il 4% dopo che le indicazioni del gigante dell'e-commerce hanno deluso gli investitori. La società ha previsto una crescita dei ricavi dal 5% al ​​9% nel primo trimestre, la sua crescita più debole mai registrata. Le prospettive hanno messo in ombra i battiti di fatturato e utile netto nel quarto trimestre. Alphabet ha continuato a scendere dopo i risultati un po' deludenti all'inizio della settimana.

"Abbiamo appena avuto alcune delusioni nelle aree tecnologiche tradizionalmente non deludenti o 'Magnificent Seven', e quindi penso che stiamo assistendo a una certa rotazione da quei gruppi", ha affermato Sam Stovall, chief investment strategist presso CFRA Research. "Non penso che ci stiamo dirigendo verso un mercato ribassista, ma piuttosto verso una certa volatilità e delusione a breve termine".

È stata una settimana volatile. Le azioni sono scese lunedì dopo che il presidente Donald Trump ha annunciato nel fine settimana tariffe del 10% sulla Cina. Ha anche proposto, poi sospeso, imposte del 25% su Canada e Messico. L'S&P 500 ha poi guadagnato per tre giorni consecutivi sulla sospensione delle tariffe prima di scendere di nuovo venerdì.


Come detto, nel brano qui sopra si citano molti dei temi di mercato dei quali si chiacchiera di più, sui social e nelle chat, al TG e sulle prime pagine dei quotidiani, e poi ovviamente tra i promotori finanziari, i “consulenti” a retrocessione, i private bankers, i financial advisors.

Come è nostra abitudine, anche oggi noi di Recce’d regaliamo al nostro lettore i nostri insight: mettiamo in evidenza temi di mercato del futuro. Mettiamo da parte ciò di cui si parla di più, e portiamo all’attenzione dell’investitore ciò che conta davvero.

Per il portafoglio, per la strategia, per la asset allocation.

Per la performance, soprattutto.

Per voi, amici lettori che seguite il Blog di Recce’d, non si tratta di novità assoluta. Ne abbiamo già trattato, in passato, e proprio per questo è utile un aggiornamento in queste settimane decisive.

In passato, come dicevamo, ne abbiamo già scritto: in particolare vi segnaliamo che:

  1. già il 30 novembre scorso, noi di Recce’d abbiamo anticipato gratuitamente a tutti i lettori il tema di investimento che oggi trattiamo;

  2. il 7dicembre Recce’d in un Longform’d spiegava nel dettaglio il perché oggi per un investitore tutta intera l’America è una gigantesca bolla

  3. il 14 dicembre il nostro Post ha anticipato alcuni aspetti del tema che ritrovate oggi nel nuovo Post che state leggendo; tema che è diventato adesso, anche per la Amministrazione Trump il tema centrale

  4. il 21 dicembre abbiamo fornito attraverso il nostro Post concrete indicazioni su come importare la strategia di gestione del portafoglio per il 2025 ordinando per importanza i fattori decisivi

  5. il 28 dicembre il nostro Post abbiamo offerto a tutti i lettori il nostro classico “reality check” aggiornato alla fine del 2024 alla luce dei dati e dei fatti che commentiamo in questo Post

  6. il 31 dicembre (Longform’d) abbiamo spiegato per quale ragione … ne è valsa la pena, di aspettare il 2025

  7. ed il giorno 1 gennaio 2025 il nostro Post ha illustrato il grande lascito del 2024 per tutti noi investitori

In una settimana nella quale i titoli dei quotidiani, i social e le chat hanno premiato temi come le tariffe e le trimestrali dei Big Tech (sulle quali nel Blog sicuramente dovremo ritornare, a causa delle molte sorprese negative), il fatto determinante, quello di importanza superiore, è stato senza dubbio la prima uscita pubblica del nuovo Ministro del Tesoro USA, che è arrivata dopo poche ore dall’annuncio relativo alle prossime emissioni di Titoli di Stato negli Stati Uniti.

Due informazioni essenziali, le prime disponibili, sul modo nel quale la Amministrazione Trump ha intenzione di affrontare il problema che, in questo momento e per il nuovo Presidente, è il più importante di tutti.

Per renderci utile al nostro lettore, a cui eventualmente questo passaggio importantissimo fosse sfuggito, noi qui sotto ricapitoliamo ciò che è stato annunciato mercoledì scorso in merito alla politica di emissione dei Titoli di Stato sotto la nuova amministrazione Trump.

Treasury To Keep Debt Sales Unchanged For "Next Several Quarters", Prepares To Drop Issuance Forward Guidance

Mercoledì 05 febbraio 2025 - 03:20 PM

Nel primo annuncio di rimborso sotto il nuovo Segretario al Tesoro di Trump, Scott Bessent, il Tesoro degli Stati Uniti ha svelato che manterrà invariate le vendite di debito a lungo termine fino al 2025, nonostante le critiche di Bessent alla strategia di emissione di Janet Yellen prima che fosse scelto per l'incarico.

A sole due settimane dall'inizio del lavoro più importante al Tesoro degli Stati Uniti, Bessent ha lasciato intatto il programma dell'ex Segretario Janet Yellen.

Come ampiamente previsto, la prossima settimana il Tesoro venderà 125 miliardi di dollari di debito nelle sue aste di rimborso trimestrali, che coprono scadenze di 3, 10 e 30 anni, lo stesso importo degli ultimi trimestri. L'emissione lorda rimborserà 106,2 miliardi di dollari di titoli del Tesoro e obbligazioni private in scadenza il 15 febbraio 2025 e raccoglierà nuovi contanti da investitori privati ​​per circa 18,8 miliardi di dollari. I titoli sono:

Un titolo a 3 anni per un importo di 58 miliardi di dollari, in scadenza il 15 febbraio 2028;

Un titolo a 10 anni per un importo di 42 miliardi di dollari, in scadenza il 15 febbraio 2035;

Un'obbligazione trentennale per un importo di 25 miliardi di $, con scadenza il 15 febbraio 2055.

Nella sua dichiarazione di rimborso, il Tesoro ha affermato di ritenere che "le sue attuali dimensioni dell'asta lo lascino ben posizionato per affrontare potenziali cambiamenti nelle prospettive fiscali e nel ritmo e nella durata dei futuri rimborsi SOMA". Ha aggiunto che, in base alle attuali esigenze di prestito previste, "il Tesoro prevede di mantenere le dimensioni nominali delle aste di cedole e FRN per almeno i prossimi trimestri".

Un linguaggio simile è stato utilizzato dall'ultimo aumento delle dimensioni dell'asta all'inizio dell'anno scorso.

Bessent, un ex gestore di hedge fund, aveva correttamente accusato Yellen di aver intrapreso la cosiddetta emissione di titoli del Tesoro attivista, ovvero di aver trattenuto le vendite di titoli di debito a più lunga scadenza per ridurre i costi di prestito a lungo termine e aiutare l'economia prima delle elezioni. Naturalmente, aveva ragione.

Ahimè, invertire le politiche catastrofiche di Yellen non può e non accadrà dall'oggi al domani in assenza di un crollo del mercato obbligazionario, ecco perché il programma di emissione è quello che è.

La forward guidance è stata mantenuta anche se il Treasury Borrowing Advisory Committee, un gruppo chiave di consulenti di Wall Street composto da dealer, gestori di fondi e altri partecipanti al mercato, ha emesso una lettera separata in cui "incoraggiava uniformemente il Tesoro a considerare di rimuovere o modificare" il linguaggio in questa riunione e "alcuni membri preferivano eliminare del tutto il linguaggio per riflettere le prospettive incerte, sebbene la maggioranza preferisse moderare il linguaggio in questa riunione".

Tuttavia, il motivo per cui non c'è stato alcun cambiamento - per ora - è che il comitato riteneva che qualsiasi cambiamento nel linguaggio non dovesse essere interpretato come un'indicazione di un aumento previsto a breve termine delle dimensioni delle aste dei coupon nominali, in linea con le tabelle di finanziamento raccomandate dal TBAC e con l'obiettivo del Tesoro di essere regolare e prevedibile. I membri del TBAC hanno anche notato "un'elevata incertezza riguardo agli sviluppi macroeconomici e alla traiettoria fiscale e hanno osservato che le attuali ipotesi dei primary dealer e i livelli di emissione implicano un deficit di finanziamento cumulativo di 1,5 trilioni di dollari nei prossimi tre anni".

Secondo Bloomberg, un alto funzionario del Tesoro ha detto ai giornalisti, quando gli è stato chiesto di quella guida, che il TBAC offre raccomandazioni, ma sono solo questo, ed è il dipartimento che decide.

Il Tesoro ha anche affermato che avrebbe mantenuto invariata l'emissione di debito a tasso variabile, continuando a spingere verso l'alto le vendite di alcuni titoli protetti dall'inflazione del Tesoro, o TIPS. Nei prossimi tre mesi, il Tesoro ha affermato che prevede di utilizzare cambiali, che scadono fino a un anno, per far fronte a eventuali variazioni stagionali o impreviste nelle esigenze di prestito. Per quanto riguarda i TIPS, il Tesoro ha dettagliato i seguenti aggiustamenti per il periodo da febbraio ad aprile:

Aumentare la nuova emissione di TIPS a 5 anni di aprile a 25 miliardi di $

Aumentare la riapertura di TIPS a 10 anni di marzo di 1 miliardo di $, a 18 miliardi di $

Mantenere la dimensione dell'asta di nuova emissione di TIPS a 30 anni di febbraio a 9 miliardi di $


Separatamente, ricordiamo ai lettori che dall'inizio di quest'anno, il Tesoro è stato vincolato dal limite del debito federale, che è tornato in vigore dopo essere stato sospeso a metà del 2023. Il dipartimento ha iniziato a utilizzare misure straordinarie per evitare una violazione del tetto del debito. Ciò significa che anche se gli Stati Uniti accumulano circa 1 trilione di dollari di nuovo debito ogni 100 giorni, il pubblico non vedrà il saldo effettivo fino a luglio, quando verrà implementato il prossimo accordo sul tetto del debito, dopo molti calci e urla da parte dei cosiddetti conservatori, che si arrendono - come fanno sempre - quando si rendono conto che non c'è altra opzione.

"Finché il limite del debito non verrà sospeso o aumentato, i vincoli correlati al limite del debito porteranno a una variabilità maggiore del normale nell'emissione di titoli di riferimento e a un uso significativo" dei titoli di gestione della liquidità, ha affermato il dipartimento.

Un'altra complicazione per le vendite di debito del Tesoro nei prossimi mesi e trimestri è l'incertezza su quando la Federal Reserve fermerà, o rallenterà ulteriormente, la sua costante riduzione delle partecipazioni in titoli del Tesoro, attualmente pari a un massimo di 25 miliardi di dollari al mese.

Quando la Fed eliminerà completamente il cosiddetto quantitative tightening, ridurrà gli importi che il Tesoro deve prendere in prestito dal pubblico, un processo che coinciderà con il drenaggio della struttura Reverse Repo che è stata utilizzata in modo aggressivo per finanziare il governo degli Stati Uniti tramite l'emissione di Bill.

Come nota Bloomberg, i dealer ora vedono il QT terminare in estate, piuttosto che in primavera, "aumentando leggermente la prevista necessità di prestiti dal settore privato nel 2025", ha riferito TBAC al Tesoro. "I partecipanti al mercato hanno visto i rischi come orientati verso una conclusione successiva", sebbene fattori tra cui le dinamiche del limite del debito possano complicare la valutazione della Fed sulla presenza di una "ampia" entità di riserve nel sistema, ha affermato TBAC.

Infine, la dichiarazione di mercoledì ha anche dettagliato un nuovo programma di riacquisti per l'inizio di febbraio fino a maggio. Come indicato dal programma, il Tesoro prevede di effettuare riacquisti settimanali di supporto alla liquidità fino a 4 miliardi di $ per operazione in titoli a cedola nominale. Il Tesoro prevede inoltre di riprendere i riacquisti di gestione della liquidità intorno alla data fiscale di aprile 2025. Gli importi acquistati nei riacquisti di gestione della liquidità moderano le riduzioni delle dimensioni delle aste di cambiali che altrimenti si verificherebbero nello stesso lasso di tempo.


Il linguaggio del brano precedente è molto tecnico: e tuttavia, ve lo abbiamo proposto per la ragione che la questione per tutti gli investitori del Mondo, e per tutte le componenti della vostra asset allocation, è cruciale.

Nel seguito di questo Post, noi ci impegneremo a spiegare il perché è cruciale. E ci faremo aiutare proprio da Scott Bessent, il nuovo Ministro del Tesoro USA: ovvero, il politico più importante al Mondo, per ciò che riguarda il futuro dei mercati e le performances dei nostri e vostri portafogli titoli.

Invitiamo inoltre tutti gli investitori interessati ad approfondire insieme a noi: contattateci attravero la pagina CONTATTI di questo sito, e ne parleremo insieme.

Allo scopo di completare la vostra informazione, ora Recce’d vi mette in condizione di leggere, qui di seguito, che cosa ha dichiarato Scott Bessent mercoledì 5 febbraio 2024.

Il Segretario al Tesoro Scott Bessent ha detto che Donald Trump non sta chiedendo alla Federal Reserve di abbassare i suoi tassi di interesse a breve termine, ma ciò che lui e il presidente vogliono è di ridurre i costi di prestito a lungo termine tramite i rendimenti dei Treasury a 10 anni.

"Lui e io siamo concentrati sui Treasury a 10 anni", ha detto Bessent in un'intervista con Larry Kudlow di Fox Business, che è stato direttore del National Economic Council durante il primo mandato di Trump.

Ma Trump, ha aggiunto, "non sta chiedendo alla Fed di abbassare i tassi".

Mentre la Fed stabilisce tassi di prestito a breve termine che possono avere un effetto domino e influenzare i tassi a lungo termine, ci sono altri fattori che influenzano i rendimenti dei titoli di Stato a 10 anni, tra cui le prospettive di crescita economica, l'inflazione, l'offerta di Treasury e altro ancora.

I commenti del nuovo segretario al Tesoro di Trump hanno segnato la seconda volta in una settimana che la Casa Bianca ha allentato un po' la pressione sulla Fed, che ha sospeso i tassi il mese scorso dopo tre tagli consecutivi mentre i decisori politici valutano il percorso dell'inflazione e l'effetto delle nuove politiche economiche dell'amministrazione Trump.

Leggi di più: Decisione sui tassi della Fed: come influisce sui tuoi conti bancari, prestiti, carte di credito e investimenti

Il segretario al Tesoro Scott Bessent appare per un'intervista con Larry Kudlow di FOX Business Network nell'ufficio di Washington di FOX News, mercoledì 5 febbraio 2025, a Washington. (AP Photo/Moriah Ratner)

Il segretario al Tesoro Scott Bessent appare per un'intervista con Larry Kudlow di FOX Business Network mercoledì a Washington. (AP Photo/Moriah Ratner) · ASSOCIATED PRESS

In effetti, Trump stesso ha detto domenica scorsa che la banca centrale ha fatto bene a mantenere invariati i tassi di interesse durante l'ultima riunione politica del 29 gennaio.

"Non sono sorpreso", ha detto ai giornalisti domenica sera. "Penso che mantenere i tassi a questo punto sia stata la cosa giusta da fare".

I commenti del presidente sulla politica monetaria della Fed sono sembrati una sorta di inversione di tendenza dopo che Trump a fine gennaio aveva detto che avrebbe "richiesto" tassi più bassi e che pensava che la Fed lo avrebbe ascoltato. Ha anche detto allora che si aspettava di parlare direttamente con il presidente della Fed Jerome Powell "al momento giusto".

Trump ha aggiunto in un post del 29 gennaio sulla sua piattaforma di social media che Powell e la banca centrale "non sono riusciti a fermare il problema che hanno creato" sull'inflazione, senza menzionare i tassi.

Quando Bessent ha parlato della Fed mercoledì durante la sua intervista alla Fox, ha chiarito che avrebbe parlato solo di ciò che la Fed ha già fatto, e non di ciò che pensa che la banca centrale dovrebbe fare da ora in poi.

Ad esempio, ha notato che quando la Fed ha effettuato un taglio dei tassi jumbo di 50 punti base lo scorso settembre, il rendimento del Tesoro decennale è aumentato.

Nonostante la campagna di riduzione dei tassi della Fed alla fine del 2024, i tassi di interesse a lungo termine negli Stati Uniti sono aumentati bruscamente, il che ha comportato tassi più elevati su mutui e altri prestiti. Ciò è dovuto in parte alle aspettative degli investitori di un'inflazione più elevata in futuro.

Alcuni economisti temono che le politiche di Trump, comprese le tariffe, possano agire come un'altra fonte di pressione al rialzo sui prezzi.

Mercoledì Bessent ha affermato che le tariffe sono un "mezzo per un fine" per riportare la produzione negli Stati Uniti e riportare la sicurezza economica.

"In teoria, le tariffe sarebbero un cubetto di ghiaccio che si restringe. Che si applicherebbero tariffe a un paese e poi, man mano che la produzione torna negli Stati Uniti, l'imposta sul reddito, i ricavi aziendali e l'imposta sul reddito da lavoro aumentano e le entrate tariffarie diminuirebbero".


A sua volta, "il deficit delle partite correnti diminuisce, il nostro deficit commerciale diminuisce", ha aggiunto.

Il presidente, ha osservato, ritiene che se l'amministrazione ritirerà le normative, renderà permanenti i tagli fiscali di Trump del 2017 e abbasserà i prezzi dell'energia, allora le tariffe "si sistemeranno da sole".

Bessent ha ripetuto il suo piano economico soprannominato "3-3-3", che mira a ridurre il deficit al 3% del PIL da oltre il 6% tagliando le normative, sostenendo la crescita del 3% e aumentando la produzione di petrolio di 3 milioni di barili al giorno.

E ha offerto alcune garanzie sul recente accesso di Elon Musk e DOGE ai sistemi di pagamento critici del Dipartimento del Tesoro.

"Il nostro sistema di pagamento non viene toccato", ha detto Bessent. "È in corso uno studio. Possiamo avere più responsabilità, più accuratezza, più tracciabilità del fatto che il denaro vada dove deve andare?"

Ripetiamo che la rilevanza di queste parole investe tutte le componenti dei vostri portafogli: azioni americane, europee ed emergenti, Titoli di Stato, obbligazioni corporate, valute, materie prime. Tutto.

Per questa ragione, più in alto vi mettiamo a disposizione anche il video di questa intervista, la prima del nuovo Ministro del Tesoro USA, dalla quale emergono le linee-guida per i prossimi mesi. Ed era proprio questo, lo scopo dell’intervista.

I punti di grande rilievo sono molti: e sarà quindi inevitabile ritornare a discuterne, qui nel Blog, anche a breve.

Per il momento attuale, ci limitiamo a mettere alla vostra attenzione il contrasto, tra alcune di queste affermazioni ed altre affermazioni, fatte nel corso degli ultimi mesi, sia da Trump sia da alcuni uomini della sua squadra, ed in modo particolare da quei personaggi che sono schierati nella parte più aggressiva, oltranzista e intransigente.

Il caso più clamoroso riguarda la Federal Reserve: non c’è più traccia dei toni del Presidente argentino Milei (che qualificava le Banche Centrali come “organizzazioni criminali”) e non c’è più traccia di “rimozione dall’incarico di Jerome Powell”. Anzi, si arriva persino a affermare che “la Federal Reserve “ha fatto bene a NON tagliare i tassi ufficiali di interesse in gennaio” (immagine sopra).

Anche sul tema delle tasse, che in campagna elettorale erano da “tagliare subito ed in profondità”, oggi Trump è passato ad un atteggiamento decisamente “moderato e graduale nel tempo” (immagine sotto).

Ma la cosa che pesa più di tutti, sui portafogli e sulle performances, è che Bessent annuncia che continuerà sulla linea di Yellen per il debito pubblico: una linea definita, solo poche settimane fa, “catastrofica”. Il che vi dimostra che neppure Trump, su cose come queste, è libero di decidere.

E’ giustificato parlare di una nuova linea di politica economica di Trump e della sua Amministrazione? Ognuno giudichi come crede. Noi in Recce’d riteniamo che Trump stia molto semplicemente tenendo, davanti a sé, tutte le strade aperte e tutte le opzioni accessibili.

E quindi: la linea di Bessent, a nostro parere, oggi non è ancora diventata la linea ufficiale della Amministrazione. Bessent al momento viene “lasciato fare”, ed il test arriverà soltanto nel momento in cui compariranno le tensioni sui mercati.

Proprio quello, sarà il momento nel quale operare, con rapidità, sui mercati, modificando i portafogli titoli. Ma le operazioni, quelle è necessario definirle fin da oggi.

Valter Buffo
Perché tutto si è fermato: la realtà dei mercati a fine gennaio 2025
 


Che cosa c’è di notevole, nel grafico qui sopra?

C’è un fatto: il valore oggi della Borsa di New York, che guida tutte le Borse del Mondo, oggi è identico a quello di tre mesi fa.

Tre mesi fa, fu eletto Donald Trump. La Fed stava tagliando i tassi. Fu annunciato il rally di Natale, e poi anche quello di Fine Anno, e poi anche quello di gennaio. Dai giornali. Dai promotori finanziari. Dalle grandi banche internazionali.

E siamo, come potete vedere, sempre lì, fermi.

Nessuno ha comperato. Nessuno.

Nei due grafici che seguono, potete vedere il rendimento dei Titoli di Stato e del cambio tra Euro e dollaro USA nel medesimo periodo.

Questi, che sono dati di fatto, fanno da spunto al Post di oggi.

Che vi offre, come sempre gratuitamente, una spiegazione pratica, concreta, ed applicabile a tutti i vostri portafogli titoli. Subito.

Introduciamo la nostra spiegazione grazie ad un quarto grafico, che vedete qui sotto.

Sono gli ultimi cinque anni del rendimento dei Titoli di Stato USA a 10 anni.

Per l’Europa, il grafico è identico.

Non è andata come vi avevano promesso, vero?

Ricordate il 2021? Tre-quattro anni fa?

Tutti voi, amici lettori, ma proprio tutti, in quel 2021 avreste accolto con una sonora risata l’affermazione che

“i rendimenti saliranno sopra il 5%”.

Questo perché tutti voi, amici lettori, nel 2021 eravate assolutamente certi che

“l’inflazione è transitoria”.

Voi tutti avete pensato, allora:

“lo dicono tutti, non può non essere vero!”.

Quella “certezza”, di allora, era fasulla: e a voi è costata molto cara.

Oggi, in un diverso comparto del mercato finanziario internazionale, sta accadendo la medesima cosa. E proprio di questo Recce’d oggi vi mette (nuovamente) in guardia.

L'anno scorso, durante una cena privata nella Silicon Valley, è stato chiesto al direttore generale di una delle principali aziende di intelligenza artificiale in che modo la sua azienda si differenziasse dalle altre che costruivano "modelli di base", i sistemi alla base di chatbot come ChatGPT. Aveva un “fossato”, un vantaggio competitivo non espugnabile?

Sì, ha risposto, secondo un altro CEO presente. Nessun altro aveva raccolto i miliardi di dollari che aveva lui. Quello era il suo “fossato che protegge il castello”.

Questo approccio miope al business, secondo cui solo enormi somme di denaro possono tenere a bada la concorrenza, è il motivo per cui giganti come Meta Platforms Inc. sono in preda al panico per DeepSeek, un'azienda cinese che ha costruito un formidabile modello di intelligenza artificiale per circa lo stipendio di un singolo dirigente di intelligenza artificiale negli Stati Uniti.

Le sue scoperte ora rappresentano uno spostamento nell'equilibrio di potere e una resa dei conti per i giganti della tecnologia, che improvvisamente non sono più i vincitori garantiti dell'intelligenza artificiale.

Lunedì 27 gennaio 2025 il panico si è diffuso a Wall Street, poiché i futures del Nasdaq 100 sono scesi di oltre il 5% e hanno messo le azioni tecnologiche sulla buona strada per un crollo (a fine giornata) da 1 trilione di dollari, mille miliardi.

Il motivo è ovvio. OpenAI ha recentemente raccolto il più grande round di capitale di rischio della storia (6,6 miliardi di dollari), mentre Mark Zuckerberg ha affermato che Meta spenderà fino a 65 miliardi di dollari in progetti di intelligenza artificiale quest'anno. I giganti della tecnologia hanno speso molto per l'intelligenza artificiale e ora sembra uno spreco enorme.

L'ultimo modello R1 di DeepSeek, rilasciato il 20 gennaio, è stato costruito con soli 6 milioni di dollari di potenza di calcolo grezza e chip di intelligenza artificiale inferiori, una frazione del denaro e delle risorse spesi da aziende come OpenAI e Google di Alphabet Inc. Non solo è alla pari con ChatGPT in una classifica attentamente monitorata delle capacità del modello di intelligenza artificiale e può eseguire ragionamenti a catena di pensiero, ma è anche un successo tra il pubblico, avendo raggiunto la vetta degli app store negli Stati Uniti, nel Regno Unito e in Canada.

1 È open source e gratuito per uso personale, ed è anche economico per le aziende.

2 Il guru della Silicon Valley Marc Andreessen lo ha definito "il momento Sputnik dell'intelligenza artificiale".

Questo significa che tutti i miliardi investiti in chip, talenti e infrastrutture energetiche negli Stati Uniti sono stati inutili? Non esattamente, ma quell'investimento non è più sufficiente da solo.

DeepSeek ha dimostrato che i futuri vincitori dell'intelligenza artificiale avranno bisogno sia di potenza di calcolo grezza sia delle innovazioni di efficienza che le aziende cinesi sono state costrette a sviluppare a causa delle limitazioni dei chip negli Stati Uniti.

Il fosco mercato di Borsa di lunedì 27 gennaio 2025 indica anche i principali punti ciechi che sia Wall Street che le aziende tecnologiche hanno avuto sull'intelligenza artificiale. In primo luogo, le crescenti capacità di DeepSeek sono state rese pubbliche per mesi; la mia collega di Bloomberg Opinion Catherine Thorbecke ha scritto dell'azienda a giugno. Ma è anche stato chiaro per più di un anno che aziende come OpenAI, Anthropic e Google non avevano fossati attorno alle loro attività modello di fondazione. Le aziende e i consumatori potevano scambiare l'una con l'altra con facilità. Quello era già uno stato di gioco rischioso, uno di cui un ingegnere di Google aveva messo in guardia in un famigerato promemoria quasi due anni fa. Nonostante ciò, OpenAI ha continuato a bruciare denaro senza mostrarci un percorso ovvio per generare il profitto.

Parte del problema era che i broligarchi della Silicon Valley si sono concentrati troppo sulla creazione di un'intelligenza artificiale che ha raggiunto il vertice delle classifiche di riferimento in un concorso guidato dall'ego, il mio modello è più grande del tuo.

E hanno speso molto meno per trasformare quelle innovazioni in prodotti ben progettati che aziende e consumatori potessero utilizzare.

Il successo di DeepSeek dovrebbe fungere da campanello d'allarme per aziende come OpenAI per differenziarsi concentrandosi su ciò di cui i loro clienti hanno bisogno. E questo lascia ancora molto spazio per restare un passo avanti rispetto ai concorrenti in Cina, dove abbondano talento e fame di supremazia dell'IA.

C'è un altro motivo per cui la Silicon Valley deve rimanere ottimista. Solo pochi mesi fa, l'industria tecnologica era preoccupata per un imminente plateau per le capacità dell'IA, poiché le cosiddette leggi di ridimensionamento hanno incontrato un muro di mattoni. Ma DeepSeek ha dimostrato che non deve essere necessariamente così e che ci sono soluzioni alternative a quei limiti.

La cosa più importante è il cambiamento che DeepSeek ha innescato nel panorama competitivo. Nei due anni trascorsi dal lancio di ChatGPT, le grandi aziende tecnologiche sono state le maggiori beneficiarie finanziarie del boom dell'IA generativa.

Ma rendere l'IA più economica, e non solo più grande o migliore, ha un impatto molto più significativo sul resto del mondo, qualcosa che i leader tecnologici nelle loro bolle chiuse non sono riusciti ad apprezzare. Quando le piccole organizzazioni possono fare grandi cose con l'IA, ciò promette un mercato più sano e dinamico.

La grande ironia è che Sam Altman di OpenAI e altri leader dell'IA possono finalmente immedesimarsi nei lavoratori che i loro sistemi di IA stanno soppiantando. Ora devono provare a fare di più con meno, o si vedranno soppiantati anche loro.

Per commentare i fatti dell’ultima settimana, Recce’d ha deciso di chiamare in causa uno dei più grandi gestori del Pianeta, e probabilmente il più noto, ovvero Ray Dalio.

Abbiamo selezionato e tradotto per i lettori di Recce’d alcune sue affermazioni della settimana appena conclusa e che riguardano il tema del Post che state leggendo.

Mercoledì 29 gennaio 2025 - 11:45 AM

L'investitore miliardario e fondatore del fondo speculativo Bridgewater Ray Dalio ha avvertito in un'intervista con il co-conduttore del podcast All-In David Friedberg che né gli Stati Uniti né la Cina possono permettersi di perdere la corsa alla supremazia dell'intelligenza artificiale, sottolineando che questa "guerra" tecnologica è molto più critica dei "profitti".

.@RayDalio a @friedberg: Né gli Stati Uniti né la Cina possono permettersi di perdere la guerra dell'intelligenza artificiale "Penso che i super scalatori in questo mondo abbiano problemi di rischio, pensa a Nvidia o ad altri. Penso che la guerra tecnologica, certamente la produttività, sono d'accordo con te, ma vuoi investire nella produttività. Ma... pic.twitter.com/mpVCek0pjM

— CAPITAL (@capitalnewshq) 28 gennaio 2025

DAVID FRIEDBERG: Sono un tipo da asset produttivi. Mi piace possedere aziende che producono cose. In questo contesto, dove possiedo un asset produttivo, un'azienda che può ancora vedere i suoi ricavi e il suo reddito crescere mentre questo effetto inflazionistico e questa svalutazione si verificano mentre superiamo una crisi del debito come questa? Quale sarebbe il miglior tipo di asset produttivo? È un'attività mineraria? È un'attività di commercio di materie prime?

RAY DALIO: Sono d'accordo con te. Quindi, sai, quel grafico che abbiamo mostrato all'inizio ha questa linea dove la produttività sta aumentando. E tende a moltiplicarsi su se stessa. E penso che sia lì che si trova l'Intelligenza Artificiale, ed è fantastico, ma dipende da dove ci si riferisce all'Intelligenza artificiale. Penso che i “super scaler” (chi opera su grandissima scala” in questo mondo abbiano problemi di rischio. Sai, pensi ai super scaler come Nvidia o altri. Penso che la guerra tecnologica, certamente la produttività, sono tuoi amici, ma vuoi investire nella produttività e non nel “veicolo”. Ci sarà una grande interruzione, e ci saranno quelli che interrompono da un lato e chi viene interrotto da un altro lato. Non sono necessariamente coloro che producono i “veicoli che ci portano l’intelligenza artificiale”, ma piuttosto coloro che stanno implementando e cambiando come risultato del loro grande impatto.

Penso che la guerra tecnologica, la guerra dell'Intelligenza artificiale sia più importante. In realtà è più importante. È una guerra che nessun paese può perdere perché è più importante dei profitti. Se perdi, se la Cina o gli Stati Uniti perdono davvero questa guerra, è più importante dei profitti. Devi giocare quella guerra in quel modo. Potrebbe trattarsi di veicoli elettrici, o più in termini di veicoli elettrici cinesi, dove possono produrli. Ma penso che ci siano aspettative così alte. Penso che vedremo delle applicazioni. Penso che i cinesi siano un po' indietro nei chip, ma sono avanti nelle applicazioni.

DAVID FRIEDBERG: Hai visto l'annuncio di DeepSeek questo fine settimana?

RAY DALIO: Sì, e questo era noto da un po' di tempo. La mossa cinese saranno i chip, chip molto economici incorporati in beni manifatturieri. Vedrai la robotica. I cinesi sono incredibilmente [bravi] a realizzare cose a basso costo. Possiedono il 33% di tutti i beni fabbricati nel mondo, che è più dei beni fabbricati negli Stati Uniti, in Germania e in Giappone messi insieme. I cinesi producono di più.

Vedrai quel tipo di competizione, e potrebbe essere come i pannelli solari o qualcosa del genere. Il profitto non conta. Penso che dove ci sono produttività, innovazione e disruptor. In sostanza, essere LONG di quelle Aziende che traggono beneficio dall'uso o dalla creazione di applicazioni AI che hanno un grande effetto sui profitti è sicuramente la cosa giusta da fare.

Dalio qui ci ha detto che:

  1. c’è una guerra, e questa guerra aumenterà di intensità

  2. è facile prevedere che ci sarà un abbattimento dei costi di chi fornisce i supporti dell’intelligenza artificiale

  3. ma un investitore deve guardare ai profitti e puntare sulle Aziende che producono le applicazioni dell’intelligenza artificiale, e non su quelli che la distribuiscono

Detto che noi, di Recce’d, che ogni giorno analizziamo i mercati e le Aziende, possiamo affermare (grazie a questo nostro lavoro quotidiano per il Cliente) che alla fine di gennaio 2025 di applicazioni di AI che generano profitti non ne esiste neppure una.

Ed aggiunto poi che ci fidiamo di chi, come Ray Dalio, ci dice che sicuramente ce ne saranno, in un futuro.

Detto tutto questo, noi preferiamo gestire i portafogli modello concentrandoci sui fatti. Sulla realtà di oggi.

Un esempio: per la gestione dei nostri portafogli, oggi, noi da tutta questa vicenda ricaviamo una serie di concrete indicazioni di investimento, quelle che riguardano le quotazioni di Borsa di tutte quelle Aziende che Dalio ha chiamato “veicoli”, ovvero tutte quelle che “portano l’intelligenza artificiale a chi poi deve applicarla a qualche prodotto oppure a qualche servizio”.

Un altro esempio riguarda le tariffe: in quale modo la vicenda Deepseek influenza il discorso delle tariffe imposte dagli USA di Trump? Con la nostra analisi, noi ci stiamo occupando di questo proprio durante questo weekend. E ne scriveremo da lunedì nel quotidiano The Morning Brief.

Un terzo esempio ve lo abbiamo mostrato proprio in apertura di questo Post: tutti i mercati sono fermi. Ed in particolare, la Borsa, le Borse, non esultano. Mentre le grandi aziende tecnologiche pubblicano le loro trimestrali, le Borse non reagiscono: avete visto che cosa ha fatto venerdì 31 gennaio 2025 il titolo Apple, dopo che ha pubblicato utili che (come sempre) erano “superiori alle attese”? Leggete alla pagina TWIT _ TWOO i nuovi tweet.

Che cosa stanno aspettando, le Borse? Forse, che si chiarisca la faccenda Deepseek? Non capiscono, le Borse, che cosa sta succedendo?

E voi, che cosa state facendo, rimanete bloccati come i mercati? E che uso fate di Deepseek, proprio in questo weekend, per mettere a frutto i vostri risparmi, oggi, proprio in questo momento?

Dalio più in alto vi ha fornito concrete indicazioni, su dove e come investire a fine gennaio 2025.

Altre Recce’d ve ne regala, scegliendo per voi la lettura che chiude il nostro Post.

Vi segnaliamo che, nel brano che segue, trovate un accenno alle ferrovie. Voi sapete qualche cosa, delle Società Ferroviarie quotate in Borsa? Vi hanno informati, di quella storia? Recce’d ne ha accennato, in più occasioni: e non è escluso che noi si decida di offrire, a breve, un approfondimento proprio qui nel Blog. perché la storia delle ferrovie ha molti punti in comune, con la storia dei Big Tech degli anni 2020.

La storia di Deepseek è appena cominciata, quella dei Big Tech è invece già matura: ed è arrivata ad un punto di svolta.

Nel caso non lo sapeste, DeepSeek, un'azienda cinese, ha rilasciato un'intelligenza artificiale piuttosto buona a prezzi stracciati. "DeepSeek ha affermato che addestrare uno dei suoi ultimi modelli è costato 5,6 milioni di dollari, rispetto alla fascia di prezzo tra 100 milioni e 1 miliardo di dollari citata l'anno scorso da Dario Amodei, amministratore delegato dello sviluppatore di intelligenza artificiale Anthropic, come costo di costruzione di un modello".

Da un punto di vista economico, questo tipo di progresso era del tutto prevedibile, anche se è un po' sorprendente la rapidità con cui è avvenuto.

L'intelligenza artificiale e l'apprendimento automatico sono programmi informatici che “buttano gli spaghetti al muro”.

Le generazioni precedenti di programmazione informatica erano molto attente agli algoritmi efficienti, utilizzando la minor quantità possibile di memoria e potenza di calcolo. Memoria e potenza di calcolo sono diventate davvero economiche, quindi è diventato fattibile semplicemente buttare la potenza del computer in un problema di adattamento e previsione.

Ciò si è rivelato incredibilmente efficace, in quanto questi modelli altamente inefficienti moltiplicati per un'enorme capacità di calcolo sono in grado di fare cose incredibili. Ma ora che spendiamo centinaia di milioni per la formazione, tutta quella capacità di calcolo gratuita non è più così gratuita. Era ovvio che un'enorme quantità di attenzione sarebbe stata riversata sulla prossima generazione di calcolo più veloce e in algoritmi più efficienti.

Dopotutto, il cervello umano lo fa con circa 20 watt.

Sembra che DeepSeek lo abbia fatto con algoritmi più efficienti, tanto che ha potuto usare chip meno potenti. Un calcolo più veloce sarà più difficile, ma in un secondo tempo arriverà.. I guadagni che derivano da sistemi di calcolo più veloci sono diminuiti per circa un decennio. ma ritorneranno. La prima iterazione di qualsiasi cosa è incredibilmente costosa. Poi il taglio dei costi inizia a funzionare. Da Apollo a Starship. In due anni.

Chi guadagna e chi perde? Beh, ovviamente, quelle centinaia di milioni di dollari di investimenti nella prima generazione di formazione AI saranno indeboliti dai nuovi concorrenti low cost. Grazie. E i prezzi elevati per i chip NVIDIA non dureranno. Come prevedibile, le azioni tecnologiche sono crollate lunedì scorso, 27 gennaio 2025. "Nvidia è scesa di quasi il 13%, cancellando più di 400 miliardi di dollari di valore di mercato e pesando sul Nasdaq Composite ad alta tecnologia". Sembra che il mercato possa sommare ma anche sottrarre, contro la retorica di molta finanza contemporanea.

Sarà allettante tra i commentatori fare il totale di questa perdita di "ricchezza" del mercato azionario e dire che è una cosa terribile per tutti quanti. Ma non stanno così le cose.

I vincitori non saranno i produttori di AI, che sono destinati a diventare una merce a basso costo con una notevole rapidità, bensì gli utenti di AI.

E il vantaggio sarà sulle quantità prodotte di beni e di servizi finali, e non sul monopolio o sulle rendite a costo fisso di Nvidia e delle altre Big Tech.

Dico questo perché le azioni delle aziende che possono potenzialmente usare l'intelligenza artificiale a basso costo non sono salite, fino ad oggi. Forse lo faranno, una volta che le persone capiranno di nuovo come usare l'intelligenza artificiale a basso costo per fare profitti per un po'. Forse quelle aziende non sono ancora state fondate.

Questo è ormai il Far West. Il mercato azionario basa tutto sul valore ATTUALE dei profitti, non il valore attuale dei FUTURI benefici che saranno generati con l’intelligenza artificiale.

Il profitto, e il beneficio finale, delle ferrovie cento anni fa non era tanto nella ferrovia stessa, ma nei campi di grano del Kansas.

I complottisti, incoraggiati dai divieti di TikTok e Nippon Steel, ci vogliono avvertire con il coro: “Cina, Cina, Cina”.

E in effetti in questi giorni si legge che "Gli utenti dell'ultimo modello di punta di DeepSeek, chiamato V3 e rilasciato a dicembre, hanno notato che si rifiuta di rispondere a domande politiche delicate sulla Cina e sul leader Xi Jinping. ... 'L'unico ostacolo è una censura della Repubblica Popolare di Cina grossolana e poco sofisticata'".

Non dovremmo vietarlo insieme a tutto ciò che riguarda la Cina prima che avveleni le giovani menti? O peggio. L'intelligenza artificiale vive di dati, qualcuno deve preoccuparsi che DeepMind stia raccogliendo le nostre interazioni con i chatbot per un'ulteriore formazione e in qualche modo il PCC indebolirà l'America come fa TikTok con i suoi dati su quali tredicenni guardano i video di Taylor Swift.

DeepSeek (a differenza di TikTok) però ha sorprendentemente ma brillantemente rivelato il codice sorgente. Non sono sicuro di come intendono fare soldi, ma grazie. Brillante perché indebolisce il caso che sicuramente verrebbe per vietarlo dagli Stati Uniti. Sembrerebbe che si possano semplicemente individuare i bit di censura del PCC e rimuoverli. Il WSJ la pensa così "questo potrebbe essere rimosso perché altri sviluppatori possono modificare liberamente il codice".

Più in profondità, però, immagina il mondo in cui alcuni della destra in ascesa vogliono portarci, un Mondo in cui tutto ciò che è "Cina" è vietato dagli Stati Uniti. In quel Mondo noi non vedremmo DeepSeek.

Ma la concorrenza è la principale fonte di efficienza e la concorrenza deve essere globale in un mondo con costi iniziali di 100 milioni di dollari.

Valter Buffo
Longform'd. Dollaro e tassi e Borse: dove ci porta Donald J. Trump?
 


Il nostro lavoro non ha nulla di politico, e non troverete nelle nostre pagine del sito alcun giudizio politico sulla sua seconda Presidenza.

Il nostro lavoro di gestori (dei portafogli modello di Recce’d) ci impone però di lavorare ogni giorno, per effettuare stime probabilistiche dell’impatto della seconda Presidenza Trump sui valori nei mercati finanziari: e quindi anche nei nostri portafogli modello.

Siamo già in grado di dire qualche cosa di definitivo, ad appena una settimana dall’insediamento?

No. Ovvio che è troppo presto.

Ciò che noi offriamo gratuitamente al nostro lettore, oggi, è un semilavorato: abbiamo sistematicamente raccolto tutti i segnali che sono arrivati da Trump e dal suo staff, ed analizzato ora per ora le reazioni (molto molto caute e moderate) dei mercati finanziari. Questo lavoro quotidiano, che Recce’d conduce per il Cliente, è la sola garanzia di risultato.

Oggi, grazie al nostro Longform’d, ne potete leggere un ampio e dettagliato estratto.

C’è soltanto una cosa, che si può affermare con certezza: il clima sui mercati, nelle prima settimana, è risultato totalmente diverso da quello del 2017. L’aria che tira, su tutti i mercati del Mondo, non è quella del gennaio 2017.

Manca, del tutto l’eccitazione, l’euforia, la frenesia, l’ottimismo “a prescindere”. Tutti dicono “si, ma …”.

Cerchiamo di essere più specifici: e come sempre, di regalare al lettore contributi concreti alle sue scelte per la gestione dei suoi investimenti.

Noi, per i nostri portafogli modello, alcune scelte le abbiamo, ovviamente, già fatte.

La prima domanda che sale alla mente, se rivediamo le prime due settimana di mercato dopo l’insediamento (insieme con le dieci settimane dalla data della vittoria elettorale di Trump è la totale assenza dell’elemento “euforia”. In Borsa, sul mercato dei Titoli di Stato, e nel dollaro USA. Figuratevi: persino sul Bitcoin.

Nulla: reazioni pari a zero.

Che cosa ci stanno dicendo, i mercati?

Ci dicono soltanto che “non si sa”?

Oppure, il messaggio che ci arriva dai mercati finanziari è più complesso?

Diventa indispensabile il lavoro di analisi: che noi iniziamo oggi selezionando, per il nostro lettore, l’articolo che segue

La Federal Reserve è pronta a mantenere i tassi di interesse invariati "per il prossimo futuro" e potrebbe persino aumentare i costi di prestito, mentre i banchieri centrali attendono chiarezza sulle politiche di Donald Trump, ha affermato il colosso dei fondi obbligazionari Pimco.

Dan Ivascyn, responsabile degli investimenti del gestore patrimoniale da 2 trilioni di dollari, ha affermato di aspettarsi che la banca centrale statunitense mantenga stabili i tassi finché non ci sarà "più chiarezza sul fronte dei dati o sul fronte delle politiche". Le osservazioni di Ivascyn giungono mentre a Wall Street si scatena un dibattito sul futuro del ciclo di tagli dei tassi della Fed per le preoccupazioni che se Donald Trump porta a termine i suoi piani di emanare tariffe radicali, ciò potrebbe alimentare un'inflazione più elevata in un momento in cui l'economia statunitense si è dimostrata più resiliente del previsto.

"Molte delle politiche introdotte possono essere molto, molto positive per la crescita [e] la produttività nel lungo periodo", ha affermato Ivascyn in un'intervista al Financial Times, aggiungendo che c'era una "tensione tra ciò che può avere senso nel lungo periodo, ma che porta ad alcune pressioni nel breve termine".

Ivascyn ha affermato che gli aumenti dei tassi erano "certamente possibili", sebbene non rientrassero nel suo scenario di base, indicando diversi sondaggi recenti che avevano segnalato un aumento delle aspettative di inflazione dei consumatori, spesso un indicatore anticipatore. "Non siamo ancora fuori dai guai dal punto di vista dell'inflazione", ha affermato.

La Fed ha tagliato i tassi di interesse di un intero punto percentuale l'anno scorso, ma i funzionari a dicembre hanno previsto solo due riduzioni di un quarto di punto nel 2025, rispetto alle quattro previste a settembre. Il capo della Fed Jay Powell ha affermato a dicembre che i rischi del mercato del lavoro erano diminuiti, mentre l'inflazione si stava muovendo "lateralmente", il che significa che la banca centrale avrebbe probabilmente adottato un approccio "più cauto" ai tagli dei tassi quest'anno. Ha anche osservato che alcuni funzionari avevano iniziato a incorporare le politiche pianificate da Trump nelle loro previsioni.

Le prospettive più aggressive hanno alimentato una svendita di titoli di Stato statunitensi, che ha lasciato il rendimento del Tesoro a 10 anni scambiato sopra il 4,5 percento dai minimi intorno al 3,6 percento di settembre.

Ivascyn ha affermato che Pimco ha aumentato la sua esposizione ai titoli di Stato per sfruttare gli alti rendimenti offerti. "La visione costruttiva sul reddito fisso non si basa sul fatto che la Fed taglierà di più da qui", ha affermato Ivascyn. I responsabili delle politiche della Fed si incontreranno per la prima volta quest'anno il 28-29 gennaio, ma è ampiamente previsto che manterranno i tassi invariati almeno fino all'estate. Ivascyn ha anche sottolineato le elevate valutazioni azionarie e ha avvertito che un ulteriore aumento dei rendimenti del Tesoro potrebbe colpire le azioni.

"Le valutazioni relative [tra azioni e obbligazioni] ... sono più o meno le più ampie che abbiamo visto da molto tempo", ha affermato. "Riteniamo che, per quanto riguarda le politiche che potrebbero aumentare i rendimenti, potrebbero benissimo anche abbassare le azioni".


Per quale motivo abbiamo iniziato dalla Federal Reserve? Le ragioni sono tre:

  1. tra le tante aree di conflitto che si sono aperte con Trump, questa è probabilmente la più incerta (in campo economico, beninteso)

  2. per la forte dichiarazione di Trump, giovedì 23 gennaio 2025, che leggete sopra

  3. per gli importanti appuntamenti che i mercati finanziari affronteranno la settimana prossima, e che riguardano proprio la Federal Reserve

Legato alla Fed, e quasi ogni mattina ormai sulle prime pagine, è il tema del cambio del dollaro USA. La nostra analisi del dollaro prende a prestito le considerazioni proposte dal Financial Times la settimana scorsa. Che noi di Recce’d abbiamo selezionato, e tradotto, per i nostri lettori.


Se passi abbastanza tempo su certi angoli di certi siti di social media, è probabile che vedrai qualcuno sottolineare che il Mississippi, lo stato più povero degli Stati Uniti, è ora più ricco pro capite del Regno Unito o del Giappone.

Alcuni dicono che è un esempio lampante dell'eccezionalismo americano, mentre altri controbatteranno che una parte sbalorditiva dell'economia statunitense è la spesa sanitaria, o sottolineeranno che il PIL nominale pro capite è una misura difettosa di quanto sia effettivamente a suo agio il cittadino medio. Tuttavia, nella sua ultima nota, Stephen Jen di Eurizon SLJ ha articolato ciò che ognuno di noi si chiedeva silenziosamente da tempo: forse è solo per lo più indicativo di un dollaro statunitense scandalosamente sopravvalutato?

Ecco che cosa dice Jen:

lo stato più povero degli Stati Uniti, il Mississippi, ha un reddito pro capite in dollari superiore a quello di Regno Unito, Francia, Italia e Giappone, ed è solo leggermente inferiore a quello della Germania. Ti sembra sensato? Per noi, questa è un'altra prova che il dollaro è grossolanamente sopravvalutato, gonfiato in parte a causa del programma fiscale di grandi dimensioni.

Alcuni analisti di tassi e valute potrebbero sghignazzare di fronte a una simile superficialità, indicando modelli econometrici più complessi che mostrano che la forza del dollaro è del tutto giustificata e probabilmente continuerà a rafforzarsi. E per ora, sembra che i mercati siano d'accordo.

Ma noi non riusciamo a scrollarci di dosso la sensazione che molti dei fenomeni strani, come i gestori delle stazioni di servizio statunitensi che apparentemente guadagnano stipendi più alti di molti dottori europei o gli stagisti di Jane Street che guadagnano più del primo ministro del Regno Unito, siano semplicemente la prova che il dollaro statunitense è selvaggiamente sopravvalutato.

Ecco le argomentazioni più specifiche di Jen sul perché la generosità fiscale sia al centro del fenomeno e perché stima che il dollaro sia sopravvalutato di circa il 22 percento rispetto alle altre valute del G10, il massimo dal 2002:

  • L'eccezionalismo americano non è tutto benigno. Senza minimizzare i punti di forza unici e familiari degli Stati Uniti, una buona parte della crescita superiore del PIL reale degli Stati Uniti, l'elevata inflazione, gli alti tassi di interesse e il dollaro forte sono il risultato della sua posizione fiscale aggressiva. Abbiamo posto la domanda retorica: se gli Stati Uniti intraprendessero un programma di consolidamento fiscale per ridurre il loro deficit fiscale dall'attuale 6-7 percento del PIL al limite di Maastricht del 3 percento del PIL, che è ciò che molti paesi non europei considerano la soglia di tolleranza in assenza di grandi recessioni, quale sarebbe il tasso di crescita del PIL e dove dovrebbe essere il FFR? Dove verrebbe scambiato il dollaro?

  • La posizione fiscale degli Stati Uniti è insostenibile. Pochi contesterebbero questo punto, eppure la maggior parte dei membri del Congresso ha resistito ai tagli alla spesa lo scorso dicembre. Attualmente, le spese federali degli Stati Uniti sono circa il 23 percento del PIL, mentre le sue entrate sono circa il 17-18 percento del PIL. Quest'ultimo è rimasto stabile a questi livelli per più di tre decenni. Il primo, tuttavia, è aumentato in modo rapido e costante dall'inizio degli anni 2000, da circa il 19 percento del PIL di allora, al 23 percento nel periodo tra la crisi finanziaria globale e il Covid, e al 26 percento in media tra il 2021 e il 2024. I paesi operano con dimensioni di governo molto diverse, riflettendo differenze culturali e di altro tipo. Ad esempio, la spesa pubblica della Norvegia è oscillata tra il 45 e il 50 percento del PIL, e il rapporto di spesa pubblica di Singapore è solo di circa il 10 percento del PIL. Coloro che credono nel grande governo sottolineano che la spesa degli Stati Uniti non è così elevata rispetto ai paesi europei, ma coloro che credono nel piccolo governo indicano controesempi, come Singapore, dove i servizi governativi non sembrano essere compromessi nonostante una piccola presenza del governo nell'economia. In ogni caso, la spesa dovrebbe essere completamente finanziata in media durante un ciclo economico, qualunque sia il livello di presenza del governo. Non è così negli Stati Uniti. Gli Stati Uniti non sono in recessione o non stanno affrontando alcuno shock materiale. I sostenitori della MMT (Modern Monetary Theory) hanno a lungo promosso una spesa fiscale aggressiva finanziata dalla stampa di denaro, dando per scontato che la spesa fiscale sarebbe stata facilmente tagliata quando opportuno. Ci viene ricordato che le politiche fiscali non sono simmetriche: è più facile spendere e difficile risparmiare. Ci viene anche ricordata una citazione del presidente Reagan: "Niente dura più a lungo di un programma governativo temporaneo".

  • Inflazione e futuro deprezzamento della valuta. Gli Stati Uniti hanno sperimentato un'inflazione cumulativa da fine 2019 di circa il 24 percento, rispetto al 10 percento in Giappone e al 3 percento in Cina nello stesso periodo. Abbiamo precedentemente sottolineato che i differenziali nell'inflazione dei prezzi e dei salari tra i paesi hanno portato a grandi disparità nei costi di produzione, che sono circa 53 USD l'ora negli Stati Uniti, 21 USD in Giappone e 10 USD in Cina. Ciò ha messo gli Stati Uniti in una posizione altamente non competitiva nel mercato dei beni. Non c'è da stupirsi che gli Stati Uniti abbiano bisogno di tariffe di importazione elevate per protezione.

  • Gli investitori dei Mercati Emergenti o EM hanno familiarità con il legame tra inflazione e valute: un controllo inadeguato dell'inflazione in un'economia EM di solito porta a un'erosione della competitività, che a sua volta costringe al deprezzamento della valuta per ripristinare il valore del tasso di cambio reale prima dell'impennata dell'inflazione. Questo è esattamente il motivo per cui il controllo dell'inflazione è stato il tallone d'Achille dell'EM per decenni. La stessa logica, sosteniamo, si applica all'USD, in particolare all'USDAsia: l'ampio divario nell'inflazione dalla pandemia dovrebbe alla fine portare ad aggiustamenti valutari per aiutare a ripristinare la competitività relativa tra l'Occidente e l'Oriente. Le tariffe potrebbero fornire una protezione temporanea per un paese che non è più competitivo. Non dovrebbero portare a un ulteriore apprezzamento del dollaro, ma potrebbero aiutare a prevenire un forte deprezzamento del dollaro, a nostro avviso. Inoltre, il reddito pro capite del Giappone, essendo solo un terzo di quello della California, è in gran parte il risultato dell'aumento del 45 percento dell'USDJPY durante questo periodo. Il Giappone è davvero così povero come mostrano questi numeri? La risposta è ovviamente no.

  • Il nostro modello di valutazione racconta la stessa storia. [ . .. ] L'indice del dollaro è sopravvalutato di circa il 22 percento rispetto alle valute del G10. L'entità della sopravvalutazione del dollaro è piuttosto significativa rispetto alla storia e alla sua durata. È la più alta sopravvalutazione rispetto al G10 dal 2002. È anche notevole che, in termini bilaterali, il dollaro sembri sopravvalutato rispetto a una gamma molto ampia di valute. In base alle nostre misure, il dollaro è sopravvalutato del 15 percento rispetto all'EUR, del 24 rispetto alla GBP, del 9 percento rispetto al CNY e del 53 percento rispetto allo JPY.

Se ciò fosse vero, cosa potrebbe innescare un'inversione di tendenza? Chissà. Un ridimensionamento fiscale sembra improbabile, con DOGE ora apparentemente ridotto a un glorificato gruppo di messaggistica Signal. Nel frattempo, fateci sapere se avete bisogno di qualcuno che si occupi delle pompe di benzina in una stazione di servizio vicino a Jackson, Mississippi.


Abbiamo sino a qui fatto il punto, insieme a voi e per voi, sullo stato degli affari alla fine del gennaio 2025, per ciò che riguarda sia i tassi di interesse sia il dollaro.

Ora passiamo ad una visione d’insieme: ovvero, colleghiamo tassi e dollaro al tema (già affrontato con voi in questo Blog) del cosiddetto “eccezionalismo americano”, e quindi anche delle divergenze e delle diseguaglianze che il nostro Post in passato ha spesso evidenziato.


Nel suo viaggio per riprendersi la Casa Bianca, il presidente eletto Donald Trump ha beneficiato politicamente da una dispersione di risultati economici nazionali. Nel caso in cui le spinte dietro questo processo andassero fuori controllo, così come quelle forze che guidano la divergenza tra le prestazioni economiche complessive degli Stati Uniti e i suoi pari globali, la situazione potrebbe degenerare. .

Ciò rischia di causare rotture economiche, finanziarie e sociali nei prossimi anni. Risolverle in modo ordinato e coerente potrebbe avere un impatto materiale su come verrà ricordato il secondo mandato del presidente.

Gli Stati Uniti hanno mantenuto un record invidiabile di crescita e occupazione negli ultimi anni. Ma questo "eccezionalismo economico" non è stato ampiamente apprezzato dall'elettorato americano. I benefici sono stati visti accumularsi solo a una ristretta fascia della società, con scarsa considerazione per il dolore dei più vulnerabili, molti dei quali sentivano di non essere ascoltati. Ciò ha minato la fiducia generale delle famiglie nella capacità dei democratici di gestire l'economia e, quindi, è in forte contrasto con il sentimento positivo sugli sviluppi economici durante il primo mandato di Trump.

L'economia risultante a "K" con risultati diversi per le estremità più ricche e più povere dello spettro demografico significa anche che il presidente in arrivo eredita vulnerabilità significative nella fascia più bassa della distribuzione del reddito familiare. L'insicurezza finanziaria, amplificata dall'evaporazione dei risparmi pandemici, dal debito più elevato e dalle carte di credito al massimo, richiederà tempo per essere superata attraverso l'attuale tasso di crescita dei salari e delle opportunità di lavoro. E se peggiora, fa più che minare il tessuto sociale. Rischia di mettere a repentaglio i consumi, il motore più importante della crescita degli Stati Uniti in un momento in cui il paese è nella posizione migliore per scatenare un significativo miglioramento della produttività e del potenziale di crescita.

Il fenomeno della dispersione non si è limitato agli sviluppi interni, data la sovraperformance degli Stati Uniti. Come notato di recente da Goldman Sachs, l'aumento del PIL nominale dell'Eurozona dall'ultimo trimestre del 2019, ovvero appena prima della pandemia, è stato solo del 39 percento di quello degli Stati Uniti. Il Regno Unito si attesta su un misero 10 percento e, nelle economie emergenti, la Cina ammonta al 55 percento. Guardando al futuro, il FMI ha appena rivisto al rialzo le sue proiezioni di crescita degli Stati Uniti per il 2025 di un considerevole 0,5 punti percentuali al 2,7 percento, mentre ha abbassato quella per l'Europa.

La performance superiore degli Stati Uniti ha portato a sviluppi del mercato finanziario che possono aggravare le sfide che devono affrontare i paesi con crescita, investimenti e produttività in ritardo. I rendimenti obbligazionari statunitensi sono aumentati a causa della crescita del paese più forte del previsto, dell'inflazione rigida e della maggiore sensibilità del mercato al debito e ai deficit. Ciò ha causato un aumento anche dei rendimenti di altri paesi, dato che competono con gli Stati Uniti per i finanziamenti.

Le ricadute negative sono state particolarmente evidenti nei paesi con vulnerabilità strutturali e venti contrari ciclici. Il Regno Unito è un esempio lampante. Non solo ha visto il rendimento dei suoi titoli di Stato decennali aumentare più velocemente dell'America e a un livello assoluto più elevato, ma ha anche subito un deprezzamento materiale della sua valuta. I venti stagflazionistici risultanti complicano una prospettiva economica già difficile, limitando al contempo il margine di manovra per le politiche fiscali e monetarie. Sebbene non siano così pronunciati come nel Regno Unito, gli effetti collaterali nell'Eurozona vanno nella stessa direzione. Lo stesso vale per le economie emergenti, dove alcune, in particolare la Cina, sono eccessivamente inclini a compensare le debolezze interne svalutando la propria valuta e spingendo ancora di più le esportazioni.

Come la sua controparte interna, un ampliamento di questa dispersione esterna rischia di complicare le sfide di gestione economica che la nuova amministrazione Trump deve affrontare. Dopotutto, è difficile rimanere la buona casa in un quartiere in continuo deterioramento. Più il resto del mondo resta indietro rispetto agli Stati Uniti, più alto è il valore del dollaro. Dati i problemi strutturali in Cina e in Europa, ciò non consentirà un aggiustamento globale in cui i paesi con crescita più lenta convergono verso gli Stati Uniti.

Invece, rischia di indebolire l'America dove, secondo Torsten Slok di Apollo, il 41 percento dei ricavi nell'S&P 500 proviene dall'estero.

Aumenta anche il rischio di un maggiore protezionismo, dato l'impatto sulla competitività degli Stati Uniti. Mentre la dispersione economica ha aiutato Trump a tornare alla Casa Bianca, ora si trova ad affrontare il compito di riorientare questo fenomeno per ridurre il rischio per il benessere dell'economia statunitense. Dalla politica fiscale all'implementazione delle tariffe, il presidente in arrivo dovrebbe tenerlo a mente durante quella che promette di essere una raffica di annunci politici nelle prossime settimane e mesi. Altrimenti, le iniziative promettenti rischiano di essere deragliate.


Il nostro Longform’d dedicato alle prime settimane della Presidenza Trump si chiude con un altro brano selezionato e tradotto per voi da Recce’d. Ci serve per chiudere il Longform’d perché lo spunto iniziale è di nuovo il cambio del dollaro USA ma in questo caso vengono evidentai due importanti aspetti del quadro interazionale del 2025, e precisamente

  • il peso oggi ridotto delle economie dell’Occidente in ambito globale (cosa che a Trump sicuramente non piace ricordare: ma che allo stesso tempo limiterà, e di molto, l’impatto di ogni sua decisione, perché … oggi gli USA contano meno che in passato)

  • il ruolo internazionale degli Stati Uniti come “garanzia di sicurezza”: un ruolo che, nei fatti, si è anch’esso molto indebolito, come vi possono spiegare gli amici dell’Ucraina.

Guardare alla Presidenza Trump, alle sue decisioni, ed al suo impatto sui mercati finanziari senza tenere in considerazione questi, che sono fatti, sarebbe per un investitore un gravissimo errore.

Che stia qui, proprio in questo elemento del quadro, la spiegazione per la “mancanza di euforia” che ha fatto da spunto iniziale per il nostro Longform’d di oggi?

Rispondete voi stessi, amici lettori, grazie a tutti gli elementi che abbiamo messo a vostra disposizione (ordinatamente) grazie al nostro lavoro.

Recce’d, ovviamente, ha una propria visione sul dollaro USA (e ci sono posizioni sui portafogli modello.

La nostra visione, ovviamente, non coincide con quelle che state leggendo.

Saremmo felici di confrontarci con voi, se vorrete contattarci alla pagina CONTATTI del sito.

Un filo conduttore comune nelle prospettive per l'anno 2025 di banche e gestori patrimoniali era una visione quasi unanime secondo cui il dollaro si sarebbe rafforzato ulteriormente nei prossimi 12 mesi. Come molto altro nell'agenda della nuova amministrazione Trump, il discorso sul valore del biglietto verde è stato a volte contraddittorio.

Lo stesso Donald Trump, insieme a molti dei suoi principali consiglieri di politica commerciale, ha a lungo sostenuto che un dollaro forte ha reso le esportazioni americane costose, incoraggiato le importazioni e fatto perdere posti di lavoro nel settore manifatturiero americano. Tuttavia, altri nominati per incarichi chiave, come Scott Bessent, candidato per la carica di Segretario del Tesoro, hanno pubblicamente assunto una posizione più tradizionale e sostenuto un dollaro forte.

Qualunque cosa la nuova amministrazione possa desiderare, i mercati sembrano ragionevolmente certi che il risultato sarà un dollaro più forte piuttosto che uno più debole. Il dollaro è aumentato di circa l'8 percento da fine settembre, quando gli investitori hanno iniziato a valutare una crescente probabilità di una vittoria di Trump a novembre. Un dollaro più forte è stato una componente chiave del commercio di Trump che ha colpito Wall Street lo scorso anno. In parole povere, il commercio di Trump è un presupposto che il nuovo presidente seguirà tutti gli aspetti del suo programma che i mercati approvano, mentre il suo partito più ampio lo trattiene da tutto ciò che è meno favorevole.

I tagli alle tasse e la deregolamentazione aumenteranno i profitti e i rendimenti del mercato azionario, mentre i deficit più elevati risultanti saranno negativi, ma non disastrosi, per i titoli del Tesoro USA. I mercati si aspettano che il rendimento dei titoli di Stato americani aumenti rispetto a uno scenario senza Trump, ma implicitamente presumono che l'aumento non sarà sufficiente a scuotere il mercato azionario. Tuttavia, un differenziale crescente dei tassi di interesse con altre economie avanzate sarà sufficiente, secondo la logica del commercio di Trump, a far salire il dollaro. La minaccia di tariffe più elevate, che si tradurrebbe in un minor numero di dollari in uscita dall'America, ha aggiunto lustro al dollaro da novembre.

L'opinione comune, quindi, è che il dollaro rimarrà forte anche se il nuovo presidente occasionalmente si rivolge ai social media per lamentarsene ad alta voce. Ci sono, tuttavia, almeno tre motivi per preoccuparsi che questo consenso sia compiacente.

Le tariffe sono le prime. La teoria economica suggerisce che nel breve periodo le nuove tariffe possono effettivamente portare a un rafforzamento della valuta. La valuta del partner commerciale soggetto a nuove restrizioni spesso si deprezza per compensare, almeno in parte, il valore delle tariffe. Questo è stato in generale il caso del renminbi cinese nel 2018-19.

Ma nel lungo periodo le tariffe sono associate a minori importazioni ed esportazioni e a un'economia complessivamente più debole.

Questa debolezza alla fine porta a tassi di interesse più bassi e quindi a una valuta più debole. Le tariffe potrebbero dare al dollaro una spinta a breve termine, ma indebolirlo nel medio-lungo periodo.

In secondo luogo, vale la pena prendere sul serio l'idea che quando Trump dice di volere un dollaro più debole, lo pensa davvero. La minaccia di tariffe molto più elevate sui principali partner commerciali americani potrebbe rivelarsi semplicemente la mossa iniziale nel tentativo di costringere quei partner commerciali a una qualche forma di accordo multilaterale per abbassare il valore del dollaro. Non c'è dubbio che l'autore di The Art of The Deal non sarebbe felice di ospitare un summit a Mar-a-Lago per presiedere i negoziati. Naturalmente, la meccanica di un simile accordo si rivelerebbe complicata.

Il Plaza Accord del 1985, in cui i ministri delle finanze di Stati Uniti, Regno Unito, Germania Ovest, Francia e Giappone si incontrarono per discutere dei tassi di cambio internazionali, è talvolta considerato un modello. Ma l'economia mondiale è un posto molto diverso oggigiorno. I cinque partecipanti 40 anni fa rappresentavano circa il 45 percento del PIL globale, a parità di potere d'acquisto, tra loro, rispetto a circa il 25 percento di oggi.

L'altra grande minaccia al valore del dollaro può essere trovata al di fuori del tradizionale ambito della politica economica.

Il lavoro degli economisti Barry Eichengreen, Arnaud Mehl e Livia Chitu nel 2017 ha esaminato i fondamenti geopolitici dei valori delle valute internazionali. In generale, i paesi detengono una quota maggiore delle loro riserve nella valuta di un paese che fornisce loro una garanzia di sicurezza. Con questa argomentazione, la fornitura di sicurezza da parte degli Stati Uniti ai propri alleati aiuta a sostenere il valore del dollaro e mantiene i costi di prestito degli Stati Uniti più bassi di quanto sarebbero altrimenti.

Se tali garanzie di sicurezza iniziano a essere sciolte, la quota del dollaro nelle riserve internazionali potrebbe iniziare a scendere, creando un ulteriore vento contrario.

Il dollaro ha avuto una forte corsa da settembre, ma molte delle opinioni alla base di tali guadagni potrebbero rivelarsi un pio desiderio.

Valter Buffo
Trump dump/bump: i mercati ed il nuovo Presidente
 

La grande maggior parte di ciò che è successo, sui mercati finanziari di tutto il Mondo, negli ultimi 75 giorni è risultato totalmente diverso da quello che era stato previsto ed anticipato dai quotidiani, e dai TG, e dai social, e nelle chat, e dalle banche internazionali, e poi dai promotori finanziari che ripetono a pappagallo.

A cominciare (pensate!) proprio dalle Borse.

Il valore oggi dell’indice della Borsa a New York è identico a quello del 7 novembre.

Per non dire dell’indice VIX della volatilità.

Anche ieri ha chiuso al livello 16.

Poi ci sono ovviamente le valute.

E tutti sappiamo che Trump non vuole un dollaro forte.

Ed anche, naturalmente, ill mercato delle obbligazioni, e quindi il mondo dei tassi di interesse.

Che in questo Post abbiamo analizzato in modo ampio e dettagliato in dicembre e gennaio, a favore dei nostri lettori.

Tutto il Mondo e il suo cane, 12 mesi fa, ci aveva anticipato i tassi in discesa.

Un errore colossale, alla prova dei fatti.


Quindi tutti sorpresissimi. O meglio, quasi tutti: non c’è nessuna sorpresa per i Clienti di Recce’d, che erano stati adeguatamente preparati alle reazioni all’evento Trump con largo anticipo.

La settimana prossima, come tutti sapete bene, Trump diventerà ufficialmente il Capo politico e militare della più grande potenza al Mondo.

E quindi: che cosa cambierà, per i nostri portafogli, e per i nostri rendimenti e rischi? Per le nostre performances ed i nostri risultati?

Ovviamente noi, con il nostro Cliente, di fatto ne parliamo e scriviamo ogni giorno.

Ma anche qui, nel Blog, ci pare opportuno dedicare tempo ed attenzione a chi ci legge: con lo scopo di fornire, come sempre, indicazioni concrete per le scelte di investimento.

Il nostro dubbio, però, era il seguente: tutti hanno già letto, e sentito di tutto, negli ultimi 75 giorni. Come fare ad aggiungere qualche cosa che sia, allo stesso tempo, originale ma pure utile da un punto di vista pratico?

Abbiamo deciso di farci aiutare.

Vi faremo leggere le riflessioni, e le opinioni, di uno dei maggiori esperti accademici di Finanza ed Economia, ovvero John H. Cochrane, che in questo sito noi abbiamo già introdotto e presentato adeguatamente ai nostri lettori.

Vi proponiamo di leggere le sue riflessioni, della settimana scorsa, sul tema più caldo e più spesso trattato sui media quando ci raccontano di Trump. Ovvero il tema delle tariffe.

Le tariffe sono nell'aria, ma come molte politiche, ciò che fanno dipende in modo cruciale da come vengono implementate.

Supponiamo che fossi incaricato di implementare il desiderio di un presidente di tariffe estese e non potessi semplicemente dire "non farlo". Cosa farei per implementare quel desiderio nel modo più efficace e meno dannoso?

Innanzitutto, le tariffe sono una risposta. Qual è la domanda? Sicurezza nazionale? Aumentare l'occupazione nel settore manifatturiero? Utilizzare il nostro potere di determinazione dei prezzi per migliorare la situazione degli Stati Uniti a spese dei nostri partner commerciali? Ognuno consiglia una strategia diversa e spesso una risposta diversa. La politica non dovrebbe essere risposte in cerca di domande.

Non ha senso imporre una tariffa su un bene che un'azienda statunitense riesporterà rapidamente. Diciamo che un negozio importa auto dal Canada, le vernicia e poi le rispedisce in Canada. Non ha senso imporre una tariffa enorme su quell'auto importata. Allo stesso modo, supponiamo che un'azienda canadese acquisti auto statunitensi, le vernicia e poi le rispedisce negli Stati Uniti addebitando il 10% in più. Vuoi imporre una tariffa sul 10%, non sull'intero valore dell'auto prodotta negli Stati Uniti.

Oppure, diciamo che un'azienda importa viti, le usa per assemblare un termostato, che va in un'altra macchina che viene reimportata, e avanti e indietro. Molte merci vanno avanti e indietro attraverso i confini molte volte durante il loro percorso verso la produzione finale. Non vuoi imporre una tariffa sulla stessa vite 5 volte.

Quindi è chiaro che le tariffe dovrebbero essere applicate al valore aggiunto, non al valore totale del bene importato.

In un quadro più ampio, sicuramente il Presidente vuole tassare le importazioni nette, non quelle lorde. A lui interessa il deficit commerciale, non il volume assoluto di importazioni ed esportazioni, no? Se un paese acquista dagli Stati Uniti tanto quanto vende, non vogliamo lasciarlo in pace? Se un paese acquista dagli Stati Uniti più di quanto acquistiamo noi da loro, perché dovremmo tassare le loro esportazioni e privarlo dell'unico buon modo che ha per ottenere dollari per acquistare dagli Stati Uniti? Quindi le tariffe dovrebbero partire solo dalle importazioni statunitensi superiori alle esportazioni.

Un modo per fare tutto questo sarebbe quello di dare alle aziende un credito trasferibile per l'esportazione. Se esporti beni per un valore di 100 $, puoi importarne 100 senza tariffe. E poiché per gli Stati Uniti non fa differenza quale azienda lo faccia, dovrebbero essere in grado di acquistare e vendere quel diritto. Ad esempio, se la società A importa auto, le vende alla società B, la società B le rivende e le riesporta, la società B può vendere il suo credito all'esportazione alla società A. Amiamo le esportazioni, giusto?

Molti beni importati sono input per altre industrie importanti. L'acciaio viene utilizzato per produrre automobili. Se le tariffe rendono l'acciaio più costoso, questo rende le auto più costose. E l'acciaio viene utilizzato per produrre aeroplani, edifici, portaerei e molte altre attività che impiegano molti americani, esportano, oltre a essere vitale per varie preoccupazioni "strategiche" dei nostri sostenitori della politica industriale. Se proteggiamo i produttori di acciaio, ma poi dobbiamo proteggere e sovvenzionare i produttori di automobili (di più), proteggere e sovvenzionare i costruttori navali (di più) e così via, i costi esplodono. Chiaramente, vogliamo tariffe sui beni finali, non sugli input industriali.

Ma non sui "beni di prima necessità". Avendo appena vinto un'elezione sul prezzo del cibo, le tariffe sulle importazioni di cibo e altri beni di prima necessità sono ovviamente una cattiva idea. (Rimuovere i supporti dei prezzi agricoli degli Stati Uniti è sempre una grande idea.)

La Cina sta imponendo controlli sulle esportazioni di terre rare. Perché dovremmo fare la loro guerra fredda geostrategica per loro aggiungendo le nostre tariffe? Le risorse vengono estratte, non prodotte. Tiratele fuori dal terreno e portatele negli Stati Uniti prima che scoppino i guai.

Strategicamente, se gli Stati Uniti vogliono creare un blocco commerciale mondiale libero per competere contro l'asse emergente Cina-Russia-Iran-ecc., non ha molto senso imporre tariffe ai nostri amici, o a quelli che tentennano nel mezzo.

Ricorda, c'è una cosa peggiore delle tariffe: le quote. Supponiamo che tu possieda una macchina che necessita di una valvola di sicurezza prodotta solo in Canada. Con una tariffa, paghi di più ma la ottieni. Con una quota, sei sfortunato. Con una tariffa, puoi vedere la distorsione economica. Con una quota, il danno può essere arbitrariamente alto.

Non sono un fan delle tariffe, ma nemmeno un catastrofista. Ci sono così tante normative e tasse che aumentano i costi e distorcono i prezzi del 20% negli Stati Uniti, che una in più non farà crollare l'economia. Se sono controproducenti, come credono la maggior parte degli economisti, lo scopriremo abbastanza presto.


Anche Cochrane dice di non essere un fan delle tariffe, ma neppure un catastrofista: proprio come noi di Recce’d, che al Cliente abbiamo detto che le tariffe sono un grande tema soltanto per i giornalisti. Fu così già al tempo della prima Presidenza Trump

Noi di Recce’d aggiungiamo poi che l’esperienza a noi dice che molte delle cose che Trump annuncia poi non vengono tradotte in realtà: lui conta moltissimo sul cosiddetto “effetto annuncio”.

A Recce’d non interessa di fornire al lettore un giudizio di tipo politico su Trump e la sua Amministrazione. Lo fanno già tutti, a che cosa servirebbe, un ennesimo giudizio politico? Ognuno dei nostri lettori si sarà già fatto la propria idea, e a noi sta bene così.

Recce’d invece si occupa delle ricadute dell’evento Trump sui mercati finanziari: e soprattutto, sui rischi ed i rendimenti di tutti gli asset finanziari che noi contempliamo nel nostro universo investibile. Ovvero, sugli asset che oggi compongono i nostri portafogli modello e sugli asset che potrebbero entrarci in futuro.

John H. Cochrane invece è un accademico, che politicamente è schierato con il fronte Repubblicano (anche se non sempre con Trump).

Le sue parole, dunque, devono essere lette come parole di un uomo schierato con la destra americana: il che, dal nostro punto di vista di professionisti dell’investimento rende la cosa ancora più significativa, perché le osservazioni critiche che leggete vengono da un elettore americano che ha votato per Trump, e che guarda a Trump con favore ed ottimismo, e che quando esprime una critica non fa può essere incolpato di posizioni ideologiche.

Noi utilizziamo, qui, un secondo e più lungo contributo di Cochrane, sempre recentissimo: Cochrane allarga qui il suo sguardo ed elenca tutti i temi di maggiore rilievo, che riguardano le scelte di Trump per l’economia e la finanza.

Cochrane qui vi aiuta, perché vi fa vedere come si fa un’analisi.

Lo vedete? E’ così, che si lavora, e non leggendo frasi stupide sui social e nelle chat.

In particolare, nella sintetica esposizione che segue, l’elenco dei temi toccati da Cochrane per voi lettori sarà di estrema utilità.

I temi che Cochrane ci indica nel seguito sono:

  1. imposte

  2. entrate

  3. redistribuzione

  4. sussidi

  5. programmi sociali

  6. salute

  7. regolamentazione in generale

  8. energia

  9. banche e finanza

  10. immigrazione

  11. legislazione

Scorrendo questa lista, vi suggeriamo di tenere a mente che Trump ha già annunciato più di 100 provvedimenti esecutivi del Presidente, da pubblicare nel giorno stesso del suo insediamento. Dopodomani.

E’ quindi ora, per voi e per tutti gli investitori, di lavorare: il vostro lavoro si chiama analisi. Non si può più rinviare: e non potete dormirci sopra.

Da Recce’d vi arriva quindi, anche oggi come sempre facciamo, una serie di suggerimenti: un aiuto molto concreto, che può favorire a voi il raggiungimento dei vostri obbiettivi di investimento.

Si tratta di cinque, semplici, cose da fare prima dell’insediamento di Trump:

  1. Noi di Recce’d vi suggeriamo di prendere proprio questo elenco, ed esaminare ogni argomento singolarmente. fatevi una vostra idea ed una vostra previsione.

  2. Poi, vi suggeriamo di applicare questa vostra previsione agli asset sui quali oggi avete investito il vostro risparmio: sulla vostra asset allocation.

  3. Poi ripensate a ciò che vi ha detto di fare il vostro financial advisor, il vostro “consulente che vende i Fondi”, il vostro family banker, il vostro personal banker, il vostro direct banker, il vostro wealth manager

  4. Se, una volta esaminato tutti l’elenco dei temi sui quali Trump eserciterà una decisiva influenza (e non soltanto le tariffe!), vi sentirete a posto e tranquilli, così come siete oggi, bene … allora pensate ad altro.

  5. Se invece siete capaci di ragionare con la vostra testa, ricalcolate subito tutti i rendimenti attesi e tutti i rischi di ribasso, per tutti gli asset che avete già e per quelli che potrebbero entrare nei vostri portafogli titoli.

Ed in aggiunta, potete contattare subito noi di Recce’d attraverso la pagina CONTATTI del sito.

Con voi ci confronteremo sulle ricadute delle considerazioni che state per leggere sulle Borse i tutto il Mondo, sui rendimenti dei Titoli di Stato, sul cambio tra euro e dollaro, sul costo del petrolio. E poi anche sui singoli settori delle Borse. Sul cambio tra sterlina e euro. Sulla Borsa di Cina. Sul valore dell’oro.

E poi, ancora, su di un centinaio di altri prezzi, sui mercati finanziari: prezzi sui quali in Recce’d abbiamo effettuato non una ma decine di simulazioni, a seconda dei diversi scenari che con Trump potrebbero prendere forma.

Il team economico di Trump si sta riunendo e sta elaborando piani. Che consiglio potrei dargli? Mentre aspetto al telefono, ecco alcuni pensieri.

L'agenda attuale sembra semplice ma limitata: estendere i tagli alle tasse, deportare alcuni immigrati, tariffe, un po' di politica industriale.

Il mio consiglio: pensare molto più in grande. Sì, questa sarà un'agenda del primo anno, ma usare anche quel tempo per gettare le basi per cambiamenti trasformativi. Quale sarà l'eredità di Trump? Concentrarsi sul cambiamento del modo in cui vengono fatte le cose, non solo sulle risposte politiche che possono essere ribaltate. In molti casi, lasciare che le erbacce crescano funzionerà meglio che cercare di riformare i dinosauri.

Siamo a un punto di svolta. La sinistra progressista è screditata. Gli elettori considerano le "élite" che hanno governato il paese negli ultimi decenni completamente incompetenti. Ci guardiamo intorno e la nostra vita pubblica sembra la casa di un accumulatore seriale. Un'ondata controrivoluzionaria sta travolgendo il mondo, da Javier Milei a Giorgia Meloni a Pierre Poilievre. Questo è potenzialmente più grande della rivoluzione Reagan-Thatcher. Ma dove porterà questa ondata è ancora una questione aperta. Puoi stabilire quell'agenda.

Non sottovalutare Trump. Sì, è un "disruptor". Dirà e farà cose al di fuori dei vincoli stanchi delle tradizionali piccole oscillazioni tra i partiti. Parlerà di acquistare la Groenlandia!

Ecco un'agenda, un elenco di temi da affrontare. In grandi termini filosofici, questa è l'agenda di "crescita", "abbondanza", "efficienza" e "libertà".

Quello che scriverò contrasta con alcuni a destra che desiderano una vita più protetta e sono disposti ad accettare la stagnazione che soffrono le economie protette, come evidente in Europa e America Latina.

Ma non è necessario litigare. Ci sono così tante opportunità nell'agenda di Trump che se dedichi il tuo tempo alle audaci innovazioni orientate alla crescita piuttosto che litigare troppo per le tariffe, andrai molto più lontano.

Imposte

L'attuale sistema di imposta sul reddito è un abominio. Brucialo e ricomincia.

Il codice fiscale ha tre funzioni: aumentare le entrate per il governo, ridistribuire il reddito e sovvenzionare questo e quello. Inizia separando le funzioni.

Entrate

Per aumentare le entrate per il governo con un costo economico minimo, la risposta inequivocabile è eliminare l'imposta sul reddito personale e societario, l'imposta sulle successioni, tutte le imposte sui tassi di rendimento (interessi, dividendi, plusvalenze) e sostituirle con un'imposta sui consumi. Stessa aliquota per tutti i beni: non trasferire il reddito manipolando i prezzi. Nessuna detrazione, nessuna esclusione, nemmeno interessi ipotecari e detrazioni per beneficenza. Abbassa l'aliquota, amplia la base. Preferisco un'IVA per vari motivi, ma il meccanismo non è così importante. La "tassa equa" è già stata introdotta al Congresso. Proposte dettagliate di imposta sui consumi sono in circolazione dagli anni '70. Questo potrebbe accadere.

Ridistribuzione

Che dire della progressività, l'idea che le persone più abbienti dovrebbero pagare non solo una cifra maggiore, ma una percentuale maggiore? Bene, ora stai ridistribuendo il reddito, il che è un'altra questione. Dobbiamo smettere di considerare le tasse in modo isolato ed esaminare la progressività dell'intero sistema, comprese tasse e spese. Un'imposta fissa che finanzia grandi trasferimenti può essere più progressiva di un'imposta sul reddito graduata.

Si può continuare a mescolare tasse e ridistribuzione, con un'imposta progressiva sui consumi o persino un'IVA progressiva. Ma perché pervertire le tasse per fare il lavoro di ridistribuzione? Se vuoi ridistribuire, invia assegni alle persone. A bilancio, stanziati annualmente, non diritti perpetui. Vedi programmi sociali di seguito. Come in molte altre cose, concentrati prima di tutto sull'ottenimento della struttura per prendere la decisione, non sul risultato finale.

Sussidi

Zone di opportunità, crediti d'imposta per l'edilizia abitativa a basso reddito, crediti d'imposta per l'efficienza energetica, crediti d'imposta per l'energia rinnovabile, crediti d'imposta per i veicoli elettrici e così via. "crediti d'imposta, detrazioni, esclusioni, esenzioni, differimenti e aliquote fiscali preferenziali. .. operano come programmi di spesa obbligatoria (come Medicare)" e "sono paragonabili per dimensioni alla spesa discrezionale federale". (GAO)

Gran parte di questo viene automaticamente eliminato con l'imposta sul reddito delle società. Se vuoi farlo, invia assegni alle persone. In base al budget, stanziati annualmente. Invia assegni dove gli elettori possono vederli.

Programmi sociali

Abbiamo centinaia di programmi sociali basati sui mezzi, più la ridistribuzione attraverso il codice fiscale. Tutto questo deve fondersi in un unico sistema sensato. I programmi interagiscono, quindi anche se ogni programma è ben progettato per togliere solo, diciamo, 30 centesimi di benefici per ogni dollaro guadagnato, una volta che si partecipa a diversi programmi è facile perdere un dollaro di benefici per ogni dollaro guadagnato, e anche di più. Ci sono scogliere in cui un dollaro in più fa perdere l'assicurazione sanitaria o l'alloggio.

Mettili in un unico posto e assicurati che nessuno affronti un'aliquota fiscale marginale superiore al 50%. Una semplificazione drastica aiuterebbe. Perché abbiamo oltre cento sussidi separati per l'alloggio, il cibo, l'energia, i trasporti, la salute e il reddito basati sui mezzi?

Se avessimo gli incentivi giusti, gran parte del costo evaporerebbe.

Le soluzioni per la previdenza sociale sono ben note. Indicizzazione dei prezzi, non dei salari. Lavorare di più. Diventerà inevitabilmente un programma di trasferimento, non un programma di risparmio.

Salute

L'assistenza sanitaria e l'assicurazione sono un pasticcio drasticamente costoso. La qualità può essere buona, ma la spesa è orribile. Questa è la NASA, non SpaceX. Guarda la tua ultima bolletta.

Riporta il mercato. Non c'è motivo per cui l'assistenza sanitaria e l'assicurazione non possano essere fornite da un mercato competitivo e deregolamentato. Aiuta i poveri con un buono. Se il governo vuole pagare l'assicurazione delle persone, ciò non significa che debba gestire la propria compagnia assicurativa. O offrire un sistema pubblico essenziale, se preferisci. Ma la tua, la mia e la tipica assistenza sanitaria americana che lavora non devono essere gestite dal governo per aiutare i poveri. Non abbiamo un'acquisizione governativa degli alloggi per fornire rifugi per senzatetto. (Beh, tranne in California, ma questa è un'altra storia.)

Nozioni di base: sbarazzarsi della detrazione fiscale per l'assicurazione di gruppo fornita dal datore di lavoro, o almeno applicarla ai piani personali trasferibili. (Una volta che ci saremo liberati dell'imposta sul reddito, sarà più facile. Queste cose interagiscono.) Riportare il mercato monetario in modo che sia possibile pagare solo l'assistenza. Il prezzo in contanti dovrebbe essere il prezzo basso! Forse abbiamo bisogno di una legge che obblighi i fornitori a offrire un prezzo in contanti uguale o inferiore a qualsiasi prezzo negoziato, incluso Medicare. (Lo sarebbe, eccetto per i sussidi incrociati obbligatori.) Eliminare i sussidi incrociati e consentire la concorrenza. (Molto di più, comprese tutte le tue obiezioni.)

Non abbiamo davvero bisogno di sbarazzarci dell'Obamacare nella sua interezza. Basta sbarazzarsi di alcuni dei suoi divieti che non consentono a un sistema competitivo innovativo di emergere e superare l'Obamacare, ad esempio consentendo polizze individuali garantite rinnovabili che ora sono illegali.

La FDA dovrebbe certificare i farmaci, ma non renderne illegale l'acquisto a meno che non siano certificati, o obbligare l'assicurazione a coprirli se certificati. Restrizione delle forniture delle scuole di medicina, licenze statali, più operatori sanitari immigrati...

Regolamentazione in generale

Il DOGE è una grande iniziativa e non vedo l'ora di vedere cosa faranno quando si troveranno di fronte al pantano normativo.

Il problema non è tanto il numero di regolamenti, è cosa fanno quei regolamenti. Abbiamo bisogno di una regolamentazione intelligente, non solo di meno regolamenti.

Correggere la struttura della regolamentazione. Ogni regolamentazione dovrebbe essere sottoposta a revisione obbligatoria, ogni 5 o 10 anni. Deve essere sottoposta a retrospettiva costi-benefici e commenti pubblici. Deve dimostrare regolarmente di funzionare come previsto. Abbiamo bisogno di tempi di consegna: la revisione normativa non può durare più di un anno, le controversie legali finiscono in un anno. La revisione del Congresso per bloccare le normative dovrebbe essere aperta.

Ovviamente, regolamentare l'intelligenza artificiale, la più grande e promettente innovazione tecnica del momento, prima di avere idea di cosa può fare, sarebbe una pessima idea che uccide la crescita. Non seguite l'Europa su questa strada.

Energia

Buttate via tutto. Standard di percorrenza, standard di efficienza, lavatrici che non lavano. Buttate via i sussidi per l'energia solare ed eolica per veicoli elettrici che non riducono un ditale di carbonio (se sovvenzionate le alternative, liberate solo benzina che qualcun altro può bruciare). Mettete fine alla guerra ai combustibili fossili, ai sussidi per i treni, a tutto. Come abbiamo fatto ad avere standard di percorrenza dagli anni '70 e la Ford F150 è l'auto più popolare negli Stati Uniti? (Risposta: separare gli standard per classe di peso, vanificando l'intero scopo.)

Ciò avverrà se applichiamo quanto sopra: esaminiamo ogni regolamento e vediamo onestamente se ha ottenuto qualcosa di utile.

Ripristiniamo il nucleare. Finanziamo la Nuclear Regulatory Commission in base al numero di reattori che approva.

Banche e finanza

Le riforme Dodd-Frank sono fallite. Guarda SVB, un elefante nella stanza che i regolatori non hanno visto. E ora vogliono regolamentare i "rischi climatici". Le grandi banche sono ancora troppo grandi per fallire e contano sui salvataggi. La Fed si è rifiutata di lasciare che i prezzi delle obbligazioni societarie scendessero nell'ultimo singhiozzo.

Basta. Sappiamo la risposta: con un sistema bancario finanziato con capitale proprio e depositi ristretti, non avremo mai più una crisi finanziaria del settore privato.

Non devi provare a riformare i dinosauri, che urlano di dover mettere un dollaro per ogni 10 che prendono in prestito. Lascia che i topi crescano. Se gestisci un istituto finanziario in cui il debito a breve termine è inferiore, diciamo, al 25% del valore di mercato del capitale proprio e del debito a lungo termine, fai quello che vuoi. (Come SpaceX. Perché abbiamo bisogno di un esercito di regolatori che si occupano di portafogli obbligazionari sicuri e nessuno che si occupi di razzi per Marte? Perché SpaceX è finanziata dal capitale azionario.) Se accetti depositi ed elabori pagamenti, supportali con riserve o titoli del Tesoro a brevissimo termine e fai quello che vuoi. (Altro qui, con risposte alle tue obiezioni.) La Fed dovrebbe interrompere la sua guerra contro le banche ristrette e dare loro delle medaglie.

Oh, sì, sistemare il debito del Tesoro. Il Tesoro, non la Fed, dovrebbe fornire riserve a tutti. Ed eliminare il CFPB.

Immigrazione

Con un tasso di natalità in calo e programmi sociali in bancarotta abbiamo bisogno di immigrati. Abbiamo bisogno di immigrati economici, che verranno, lavoreranno, avvieranno attività, cresceranno famiglie, pagheranno le tasse. I costi sanitari sono troppo alti? Lasciate entrare più infermieri. (Ad esempio.) Lavori? Ogni immigrato aumenta anche la domanda, fornendo lavoro agli americani.

Il sistema di immigrazione è disfunzionale, con un'enfasi sull'asilo, il ricongiungimento familiare e così via. È praticamente progettato per far entrare persone che costeranno molto, e non assimilarle. L'immigrazione economica legale è molto difficile. Se vuoi venire negli Stati Uniti, lavorare, pagare le tasse, crescere una famiglia e votare repubblicano, l'attesa è letteralmente di centinaia di anni in molti paesi.

Il presidente Trump ha espresso alcune buone idee: aumentare i visti H1B, aggiungere una green card a ogni laurea STEM, dare il benvenuto ai canadesi. Ma pensa fuori dagli schemi. I burocrati sono mal posizionati per decidere chi è altamente produttivo e chi no.

Concentrati sulle regole, non sui numeri. Poiché una tariffa è sempre meglio di una quota, una regola è meglio di un numero. La risposta più semplice è semplicemente farla pagare. Paga $ 10.000, parla inglese, supera il test di cittadinanza, dimostra di avere mezzi di sostentamento, nessun programma sociale o altro supporto per 5 anni, benvenuto negli Stati Uniti. L'immigrazione ha bisogno di assimilazione. Questo è il grande fallimento dell'Europa. (Un saggio sull'immigrazione.)

Piccole cose

Riforma del diritto del lavoro. È difficile assumere persone. È difficile licenziare le persone. Un groviglio di leggi e regolamenti ostacola. (Sapevi che esiste una norma federale su come i dipendenti condividono le mance?) Ora siamo la Repubblica delle risorse umane. Prova ad assumere una tata legalmente.

Istruzione: buoni, charter. Abroga il Jones Act. Forse quando la flotta statunitense sarà ridotta a una sola nave potremo abbandonare questo anacronismo.

Costi di costruzione folli e ritardi. Metropolitane da 2 miliardi di dollari al miglio. Processo di autorizzazione di 10 anni. Davis Bacon e restrizioni contrattuali che fanno aumentare i costi di costruzione. Revisione NEPA. Facciamo in modo che l'America costruisca di nuovo le cose. Il gonfiore dei costi è la nostra malattia nazionale numero 1.

Alloggi. Sovvenzioniamo follemente gli alloggi e li regoliamo allo stesso tempo. Eliminate Fannie e Freddy. Eliminate i programmi di alloggi "accessibili". Eliminate la detrazione degli interessi sui mutui. (Un altro vantaggio dell'eliminazione dell'imposta sul reddito è che scompare da sola.) Eliminate i controlli sugli affitti. La prima cosa che un ufficio per la protezione finanziaria dei consumatori dovrebbe fare è dissuadere le persone da un investimento incredibilmente sovraindebitato, a basso rendimento e ad alto rischio idiosincratico: la casa di proprietà. Acquista azioni per creare ricchezza. Riduci drasticamente la conservazione storica. Le nostre città non sono musei. Lasciali costruire. Ripristina i diritti di proprietà.

Metti fine alla banca Ex-Im. Ho appena scelto uno dei nostri tanti sussidi ai capitalisti clientelari.

Trasporti. Con poche eccezioni, il treno è cattivo, l'autobus è buono. Bene, il treno è bello, nostalgico, ma ridicolmente costoso, bloccato dove vanno i binari, pochi passeggeri all'ora, inflessibile. Elimina la preferenza per la ferrovia nei programmi di trasporto federali. Nessun finanziamento federale per i sistemi di trasporto che non riscuotono tariffe. Consenti autobus privati. Il trasporto pubblico deve essere veloce e sicuro. Annulla gli ordini di Biden secondo cui i fondi per le infrastrutture non possono essere destinati a nuove strade o corsie.

Legislazione

Abbiamo investito molto poco nel nostro sistema legale. Ed è piuttosto economico, nella scala di 100 miliardi di dollari di stronzate come la cancellazione dei prestiti agli studenti, i sussidi per chip ed energia e così via.

I tassi di risoluzione dei reati sono incredibilmente bassi. Se quasi tutti coloro che hanno commesso un reato venissero catturati, avremmo molti meno reati con punizioni molto meno severe (e costose). D'altro canto, i sospettati di reati restano seduti per anni e alla stragrande maggioranza viene negato un vero processo. Se gli immigrati hanno il diritto a un'udienza, non dovrebbero volerci anni. Ci sono solo 1457 giudici federali.

Ripristinare le nostre libertà economiche, incluso il diritto di effettuare transazioni. Niente più de-banking. Società federalista: è tempo di ripensare a Wickard contro Filburn! Se coltivo grano nel mio cortile per fare il pane per sfamare la mia famiglia, come diavolo è possibile che siano affari del governo federale?

Epilogo

Beh, potremmo continuare all'infinito. Sembra che io sia passato dai consigli per il team economico di Trump a una terra di fantasia libertaria, quindi dubito che quel telefono squillerà. Ma non si sa mai... chi avrebbe mai pensato che l'Argentina avrebbe eletto un libertario?

Valter Buffo