Outlook 2025 e strategia di investimento: il consulente che si chiama BCE

 

Lo avete notato?

Avete notato il tono dimesso degli Outlook 20205 delle banche internazionali?

Avete notato che manca la fanfara?

Avete notato che anche i media non hanno suonato la fanfara? Avete notato che a differenza degli anni precedenti sono del tutto mancati i “titoloni a otto colonne”?

Vi siete chiesti il perché?

Se non lo avete ancora fatto, fatelo ora: vi sarà sicuramente utile, capire il perché.

Ma attenzione: NON è questo il tema di questo nostro Post. Non è questo, ed infatti lasciamo la domanda senza risposta. fatevoi, con i vostri messi. magari con il vostro financial advisor.

Noi andiamo avanti, proseguiamo nel nostro Post, verso un altro obbiettivo.

Questa volta, per quest’anno almeno, impiegate meglio il vostro tempo.

Almeno quest’anno, evitate di perdere tempo con il solito cumulo di baggianate.

Evitate, per un anno, di leggere quello che dicono gli Outlook delle banche di investimento. Evitate JP Morgan, evitate Blackrock, evitate Morgan Stanley, evitate Fidelity, evitate Goldman Sachs, evitate UBS, evitate BNP Paribas. Evitateli tutti.

Ed evitate di stare a sentire chi da sempre fa “copia e incolla” di quello che dicono Goldman Sachs e JP Morgan e UBS e BNP Paribas: e quindi evitate Mediolanum, evitate Allianz, evitate Generali, evitate Fineco, evitate Fideuram. Evitatele proprio tutte quante.

Tutto quello che scrivono e dicono questi signori che abbiamo appena citato, e tutti gli altri che non abbiamo citato ma che fanno lo stesso mestiere, è unicamente materiale di pubblicità, e vale tanto quanto valgono le pubblicità dei materassi in TV.

Voi, invece, dedicate il vostro tempo a chi ha il vostro interesse come unico obbiettivo. A chi non deve vendervi per forza i Fondi Comuni, le GPM, le polizze ed i certificati.

Dedicate il vostro tempo a chi non opera con il solo scopo di mettere mani sulle retrocessioni.

Ascoltate e leggete chi, come Recce’d, opera in modo professionale e trasparente.

Invece di perdere il vostro tempo con il financial advisor, il private banker, il wealth manager, il direct banker, il family banker, leggete che cosa vi scrive chi opera in modo professionale ed ha come solo scopo farvi guadagnare, e non vendervi “prodotti finanziari”.

Nelle ultime settimane, ed in più di una occasione, attraverso il Blog abbiamo già informato i nostri lettori sulle nostre strategie di investimento per il 2025.

Oggi, noi aggiungiamo a quello che abbiamo già scritto un contributo che arriva direttamente … dalla BCE.

BCE che proprio questa settimana ha pubblicato un nuovo documento, che contiene indicazioni molto concrete, molto specifiche, e quindi molto utili, per la gestione del risparmio nel 2024.

Recce’d per voi lo ha letto, lo ha studiato, ed ha selezionato i passaggi più importanti, evidenziando le indicazioni pratiche che vanno utilizzate come fondamenta per la strategia di investimento e per le scelte di asset allocation.

Come introduzione, prima del documento, vi invitiamo a leggere un resoconto giornalistico che riguarda proprio il documento BCE che noi abbiamo scelto per voi.

Le crescenti tensioni commerciali globali rappresentano un rischio per l'economia dell'area euro, ha scoperto la banca centrale del blocco nella sua Financial Stability Review biennale pubblicata mercoledì.

La Banca centrale europea ha anche affermato che la crescita debole è ora una minaccia più grande dell'elevata inflazione nella zona euro a 20 nazioni.

Le ultime cifre hanno registrato una crescita economica della zona euro a un massimo di due anni dello 0,4% nel terzo trimestre, mentre l'inflazione complessiva ha raggiunto il 2% a ottobre.

La BCE ha affermato che i mercati finanziari hanno sperimentato una "recrudescenza della volatilità" dalla pubblicazione del suo precedente rapporto a maggio, osservando che ulteriori fluttuazioni erano "più probabili del solito" a causa delle valutazioni tese e della concentrazione del rischio.

"Le crescenti tensioni commerciali globali e un possibile ulteriore rafforzamento delle tendenze protezionistiche in tutto il mondo sollevano preoccupazioni circa il potenziale impatto negativo sulla crescita globale, l'inflazione e i prezzi delle attività", ha affermato la Financial Stability Review.

Sebbene la vittoria di Donald Trump alle elezioni presidenziali degli Stati Uniti non sia specificamente menzionata nel comunicato della BCE, i paesi di tutto il mondo si stanno preparando al suo piano di imporre tariffe generalizzate del 10% su tutte le importazioni negli Stati Uniti, che prevede anche tassi molto più elevati per alcune nazioni, come la Cina. Gli economisti affermano che l'impatto a catena dell'implementazione di queste misure potrebbe gravare sull'euro, se un rallentamento delle esportazioni spingesse la BCE a tagliare ulteriormente e più rapidamente i tassi di interesse.

Parlando alla CNBC, il vicepresidente della BCE Luis de Guindos ha affermato che la presidenza di Trump accumulerà ulteriore incertezza sulle prospettive europee.

"Penso che sia molto importante sottolineare che l'evoluzione dell'inflazione è stata positiva. Ma allo stesso tempo, le prospettive di crescita non sono molto buone", ha detto De Guindos ad Annette Weisbach della CNBC mercoledì. Secondo le previsioni della Commissione europea, la crescita dell'area dell'euro sarà inferiore all'1% nel 2024 e leggermente superiore all'1% nel 2025, ha affermato.

"In termini di attività, abbiamo una situazione molto fragile. I consumatori non stanno aumentando i consumi".

"E oltre a ciò, ci sono molte incertezze. Ci sono rischi geopolitici, la situazione dell'Ucraina, la situazione in Medio Oriente e, sai, le politiche che la nuova amministrazione statunitense potrebbe attuare, perseguire in futuro, che rappresentano un altro livello di incertezza rispetto al futuro dell'economia europea".

Il rapporto segnala anche preoccupazioni per l'aumento dei costi del servizio del debito sovrano e i deboli fondamentali fiscali di diversi paesi membri della zona euro. Altre preoccupazioni includono gli elevati costi di prestito e la debole crescita che grava sui bilanci aziendali, nonché i rischi di credito per le piccole e medie imprese e le famiglie a basso reddito, se la crescita rallenta più del previsto.

"In un contesto di elevata incertezza macrofinanziaria e geopolitica, potrebbe verificarsi un'improvvisa e brusca inversione del sentiment di rischio, date le elevate valutazioni delle attività e le esposizioni al rischio concentrate nel sistema finanziario", afferma il rapporto.

Come vedete, nel documento BCE di cui stiamo trattando qui i media hanno individuato alcuni segnali molto forti.

Un secondo resoconto giornalistico, che proponiamo in lettura qui di seguito, mette in evidenza un secondo tema del documento BCE, un tema che costituisce per ogni investitore un pratico e utile suggerimento per le scelte di asset allocation e la strategia di investimento 2025.

Questo tema, che leggete nel seguito, sarà ripreso nello specifico in un futuro Post di questo Blog.


FRANCOFORTE, 20 novembre (Reuters) - La Banca centrale europea ha lanciato l'allarme mercoledì su una "bolla" nei titoli azionari legata all'intelligenza artificiale (IA), che potrebbe scoppiare all'improvviso se le rosee aspettative degli investitori non venissero soddisfatte.

L'allarme è arrivato come parte della Financial Stability Review semestrale della BCE, una lunga lista di rischi che vanno da guerre e tariffe a crepe nell'impianto idraulico del sistema bancario.

La banca centrale dei 20 paesi che condividono l'euro ha osservato che il mercato azionario, in particolare negli Stati Uniti, era diventato sempre più dipendente da una manciata di aziende percepite come beneficiarie del boom dell'IA.

"Questa concentrazione tra poche grandi aziende solleva preoccupazioni sulla possibilità di una bolla dei prezzi delle attività legata all'IA", ha affermato la BCE. "Inoltre, in un contesto di mercati azionari globali profondamente integrati, indica il rischio di ricadute globali avverse, qualora le aspettative di guadagno per queste aziende venissero deluse".

La BCE ha osservato che gli investitori chiedevano un premio basso per possedere azioni e obbligazioni mentre i fondi avevano tagliato i loro buffer di liquidità.

"Date le partecipazioni relativamente basse in attività liquide e le significative discrepanze di liquidità in alcuni tipi di fondi di investimento aperti, le carenze di liquidità potrebbero comportare vendite forzate di attività che potrebbero amplificare gli aggiustamenti al ribasso dei prezzi delle attività", ha affermato la BCE.

Tra gli altri rischi, la BCE ha segnalato che l'area dell'euro era vulnerabile a una maggiore frammentazione commerciale, una fonte chiave di preoccupazioni per i decisori politici e gli investitori da quando Donald Trump ha vinto le elezioni presidenziali degli Stati Uniti all'inizio di questo mese.

Il presidente eletto aveva fatto delle tariffe un elemento chiave del suo discorso agli elettori durante la campagna e diversi decisori politici della BCE hanno affermato che queste misure, se implementate, avrebbero danneggiato la crescita nell'area dell'euro.

La BCE ha anche osservato che i governi dell'area dell'euro, in particolare Italia e Francia, avrebbero contratto prestiti a tassi di interesse molto più elevati nel prossimo decennio, rafforzando la necessità di politiche fiscali prudenti.


Recce’d vi ha fornito con questi due articoli una adeguata introduzione al documento BCE che abbiamo citato.

In aggiunta, gratuitamente, Recce’d vi offre nel seguito una selezione del documento stesso: ve ne riproponiamo alcune parti originali, e tradotte per voi.

Il lettore interessato può ricevere tutto il documento BCE, in versione integrale ed originale, contattandoci attraverso la pagina CONTATTI del nostro sito.

Buona lettura.

Episodi di volatilità di mercato emergono in un contesto di elevata incertezza macro-finanziaria e geopolitica.

Dalla pubblicazione dell'ultimo numero della Financial Stability Review, l'equilibrio dei rischi macro nell'area dell'euro è passato dalle preoccupazioni per un'inflazione che rimaneva elevata ai timori sulla crescita. L'inflazione dei prezzi al consumo si è avvicinata agli obiettivi delle banche centrali sia nell'area dell'euro che in altre importanti economie avanzate negli ultimi mesi (grafico 1, pannello a). Allo stesso tempo, i dati economici pubblicati dopo giugno hanno teso a deludere le aspettative nell'area dell'euro e gli analisti del settore privato hanno rivisto al ribasso le loro previsioni di crescita del PIL reale per il 2025 (grafico 1, pannello b). L'allentamento delle pressioni inflazionistiche e le prospettive di crescita più deboli hanno consentito ai cicli dei tassi di interesse di invertire la tendenza nella maggior parte delle principali economie avanzate. Al momento della conclusione di questo numero della Financial Stability Review, i mercati finanziari stavano scontando ulteriori tagli dei tassi sia per l'area dell'euro che per gli Stati Uniti. Mentre la maggior parte dei previsori ufficiali e del settore privato vede ancora un atterraggio morbido come scenario di base per l'area dell'euro e le economie globali, i rischi per la crescita sono orientati al ribasso, con le prospettive offuscate da un'accresciuta incertezza macrofinanziaria e geopolitica. I venti contrari ciclici per la crescita dell'area dell'euro stanno aggravando i problemi strutturali di bassa produttività e debole crescita potenziale nell'economia dell'area dell'euro (grafico 1, pannello c e speciale B).

Chart 1

Vediamo che cosa ci dice il grafico qui sopra.

L'equilibrio dei rischi si è spostato dalle preoccupazioni che l'inflazione rimarrà elevata ai timori di crescita, con un potenziale di crescita strutturalmente basso aggravato da venti contrari ciclici

a) Inflazione e numero di banche centrali che aumentano/tagliano i tassi nelle economie avanzate

b) Previsioni di crescita del PIL reale nel 2025 per l'area dell'euro e gli Stati Uniti

c) Crescita media della produzione potenziale nell'area dell'euro e negli Stati Uniti dal 1991

(Gennaio 2004-Novembre 2024; scala di sinistra: numeri, scala di destra: percentuali)

(Gennaio-Novembre 2024, variazioni percentuali annue)

(1991-2020, percentuali)

Fonti: BIS, Haver Analytics, Consensus Economics Inc., Commissione Europea (AMECO) e calcoli della BCE. Note: Pannello a: AE sta per economia avanzata. Il grafico copre 22 economie avanzate e le 11 banche centrali corrispondenti che stabiliscono i tassi. L'inflazione AE è la media dei tassi di inflazione CPI ponderati in base alla quota di PIL nominale totale di ciascun paese nel 2015. Il numero di variazioni dei tassi è mostrato al 12 novembre 2024 e le ultime osservazioni per il tasso di inflazione sono per settembre 2024. Pannello c: "Area euro" si riferisce alla composizione dell'area euro-12.

I mercati finanziari hanno sperimentato diversi picchi di volatilità pronunciati ma di breve durata, mentre i rischi geopolitici rimangono pronunciati. Inizialmente, questi picchi erano collegati a risultati elettorali europei e nazionali inaspettati, con effetti per lo più contenuti in Europa (grafico 2, pannello a). Più avanti nell'estate, una combinazione di posizioni tese in un contesto di bassa volatilità del mercato azionario, aspettative di mercato di un più rapido allentamento della politica monetaria statunitense in un contesto di dati deludenti sul mercato del lavoro e un inaspettato inasprimento della politica monetaria in Giappone (che ha portato allo scioglimento dei carry trade finanziati in yen) hanno determinato un significativo picco di volatilità con ripercussioni globali (capitolo 2). Sebbene la correzione del mercato non sia durata a lungo e i prezzi si siano ripresi rapidamente per la maggior parte delle classi di attività, questi episodi indicano una maggiore sensibilità del solito alle sorprese dei dati macroeconomici, aumentando il potenziale per una maggiore volatilità in futuro. Accanto all'elevata incertezza macrofinanziaria, anche i rischi geopolitici e l'incertezza della politica economica sono aumentati negli ultimi mesi (grafico 2, pannello b), aumentando la probabilità che si materializzino eventi estremi e amplificando ulteriormente la crescente minaccia dei rischi informatici. Inoltre, le crescenti tensioni commerciali globali e un possibile ulteriore rafforzamento delle tendenze protezionistiche in tutto il mondo sollevano preoccupazioni circa il potenziale impatto negativo sulla crescita globale, sull'inflazione e sui prezzi delle attività.

Chart 2

Vediamo che cosa ci dice il grafico qui sopra

L'accresciuta incertezza macrofinanziaria e geopolitica ha innescato periodi di volatilità del mercato, sottolineando il rischio di bruschi cambiamenti nel sentiment del mercato

a) Volatilità implicita del mercato azionario nell'area dell'euro e negli Stati Uniti

b) Incertezza della politica commerciale, incertezza della politica economica globale e rischio geopolitico

(1° gennaio-12 novembre 2024, indice)

(gennaio 2014-ottobre 2024, punteggi z)

Fonti: Bloomberg Finance L.P., Caldara e Iacoviello*, Caldara et al.**, Baker, Bloom e Davis*** e calcoli della BCE. Note: Pannello a: la volatilità implicita del mercato azionario è misurata dagli indici VIX e VSTOXX rispettivamente per gli Stati Uniti e l'area dell'euro. Pannello b: gli indici sono mostrati come punteggi z, ovvero deviazioni standard dalle loro medie di lungo termine dal 1997. Le ultime osservazioni per gli indici di incertezza della politica commerciale e di incertezza della politica economica sono per settembre 2024.*) Caldara, D. e Iacoviello, M., "Misurazione del rischio geopolitico", American Economic Review, Vol. 112, n. 4, aprile 2022, pp. 1194-1225.**) Caldara, D., Iacoviello, M., Molligo, P., Prestipino, A. e Raffo, A., "Gli effetti economici dell'incertezza della politica commerciale", Journal of Monetary Economics, Vol. 109, gennaio 2020, pp. 38-59.***) Baker, S., Bloom, N. e Davis, S., "Misurazione dell'incertezza della politica economica", The Quarterly Journal of Economics, Vol. 131, n. 4, novembre 2016, pp. 1593-1636.

In questo contesto, ci sono tre fonti principali di rischio e vulnerabilità per la stabilità finanziaria nell'area dell'euro nei prossimi due anni. In primo luogo, le valutazioni elevate nei mercati azionari e obbligazionari societari insieme all'elevata concentrazione del rischio rendono i mercati finanziari suscettibili a dinamiche avverse, che potrebbero essere amplificate dalla liquidità non bancaria e dalle vulnerabilità della leva finanziaria. In secondo luogo, l'accresciuta incertezza politica e geopolitica, i deboli fondamentali fiscali e la lenta crescita tendenziale sollevano preoccupazioni sulla sostenibilità del debito sovrano in alcuni paesi dell'area dell'euro. In terzo luogo, le preoccupazioni sul rischio di credito in alcune coorti dei settori aziendale e delle famiglie potrebbero portare a venti contrari sulla qualità degli asset per banche e non bancari.

I mercati finanziari rimangono vulnerabili a dinamiche avverse che potrebbero essere amplificate dalle fragilità della liquidità non bancaria

Le valutazioni elevate e la concentrazione del rischio rendono i mercati finanziari suscettibili a improvvisi e bruschi aggiustamenti, in particolare nei mercati azionari. Sebbene i mercati azionari abbiano recentemente assorbito rapidamente gli eventi estremi, le vulnerabilità sottostanti li rendono inclini a episodi simili in futuro. Ci sono segnali che gli investitori potrebbero sottovalutare e sottovalutare la probabilità e l'impatto di scenari avversi, come indicato dai premi di rischio azionario a livelli record e dagli spread obbligazionari societari relativamente compressi su entrambe le sponde dell'Atlantico (grafico 3, pannello a). Inoltre, la concentrazione della capitalizzazione del mercato azionario e degli utili tra una manciata di singoli nomi, in particolare negli Stati Uniti, è aumentata notevolmente negli ultimi anni (grafico 3, pannello b). Questa concentrazione tra poche grandi aziende solleva preoccupazioni sulla possibilità di una bolla dei prezzi delle attività correlata all'intelligenza artificiale. Inoltre, in un contesto di mercati azionari globali profondamente integrati, indica il rischio di ricadute globali avverse, qualora le aspettative di utili per queste aziende venissero deluse (capitolo 2). Pertanto, è più probabile che sorprese negative, tra cui un netto peggioramento delle prospettive di crescita economica, improvvisi cambiamenti nelle aspettative di politica monetaria o un'ulteriore escalation dei conflitti geopolitici in corso, possano innescare bruschi cambiamenti nel sentiment degli investitori, con conseguenti ricadute su tutte le classi di attività

Esposizioni concentrate, disallineamenti di liquidità e leva finanziaria elevata in alcune parti del settore dell'intermediazione finanziaria non bancaria (NBFI) potrebbero amplificare le dinamiche di mercato avverse. Le banche non bancarie sono rimaste resilienti ai recenti episodi di volatilità di mercato e hanno continuato a sostenere la finanza basata sul mercato nell'area dell'euro in tutte le categorie di rischio di credito. Tuttavia, shock di mercato più ampi potrebbero innescare improvvisi deflussi di fondi di investimento o richieste di margine sulle esposizioni derivate. Date le partecipazioni relativamente basse in attività liquide e i significativi disallineamenti di liquidità in alcuni tipi di fondi di investimento aperti (grafico 3, pannello c), le carenze di liquidità potrebbero comportare vendite forzate di attività che potrebbero amplificare gli aggiustamenti al ribasso dei prezzi delle attività (riquadro 5). Sebbene generalmente limitate, sacche di elevata leva finanziaria e sintetica in alcune entità, come gli hedge fund, potrebbero aumentare i rischi di spillover (capitolo 4.2). La concentrazione nei portafogli azionari, in particolare in alcuni fondi di investimento a causa della loro esposizione a poche grandi aziende, è aumentata notevolmente negli ultimi anni, rendendo i portafogli di investimento più vulnerabili a sorprese negative specifiche per azienda o settore. Inoltre, la crescente esposizione alle attività statunitensi aumenta il potenziale di ricadute macrofinanziarie avverse.

Le vulnerabilità strutturali nel settore NBFI richiedono una risposta politica completa per migliorare la resilienza del settore da una prospettiva macroprudenziale. Una crescente impronta di mercato e l'interconnessione delle non banche richiedono un'ampia serie di misure politiche per aumentare la resilienza del settore. Ciò include politiche volte a migliorare la preparazione alla liquidità dei partecipanti al mercato non bancario per soddisfare le richieste di margine e collaterali, affrontare i rischi derivanti dalla leva finanziaria non bancaria, mitigare il disallineamento di liquidità nei fondi aperti e promuovere la resilienza dei fondi del mercato monetario agli shock di liquidità (Sezione 5.3). Un sistema di vigilanza più integrato a livello UE per le non-banche garantirebbe parità di condizioni e ridurrebbe il potenziale di arbitraggio regolamentare. Un settore NBFI resiliente contribuirebbe anche a promuovere mercati dei capitali più integrati, il che potrebbe migliorare la stabilità finanziaria e integrare gli obiettivi dell'unione dei mercati dei capitali che farebbero parte di una strategia rinnovata volta a sostenere la produttività e la crescita economica dell'Europa.

Chart 3

Vediamo che cosa ci dice il grafico qui sopra:

Le valutazioni elevate e la crescente concentrazione del rischio rendono i mercati azionari e del credito vulnerabili agli shock, che potrebbero essere amplificati dalle fragilità della liquidità non bancaria

a) Premi per il rischio azionario e di credito per l'area dell'euro e gli Stati Uniti

b) Concentrazione nei mercati azionari statunitensi ed esposizioni statunitensi delle banche non bancarie dell'area dell'euro

c) Disponibilità di liquidità e HQLA delle banche non bancarie dell'area dell'euro

(gennaio 2009-novembre 2024, percentuali, punti base)

(Q1 2016-Q2 2024, percentuali)

(Q1 2021-Q2 2024, percentuale delle attività totali)

Fonti: Bloomberg Finance L.P., BCE (CSDB, SHS, ICB, IVF, PFBR) e calcoli della BCE. Note: Pannello a: i premi per il rischio azionario sono calcolati come rendimento CAPE a cinque anni per EURO STOXX (area dell'euro) e S&P 500 (Stati Uniti) meno il rendimento reale dei titoli di Stato a cinque anni (aggiustato per l'inflazione) (tedesco per l'area euro); i premi per il rischio di credito sono calcolati come spread aggiustato per le opzioni per obbligazioni societarie con rating BBB con una scadenza residua da cinque a sette anni. "Ultimo" si riferisce al 12 novembre 2024. Pannello b: "Magnificent 7" comprende le azioni di Alphabet, Amazon, Apple, Meta, Microsoft, Nvidia e Tesla. Pannello c: gli HQLA (attività liquide di alta qualità) sono definiti come titoli HQLA di livello 1 secondo il regolamento delegato (UE) 2015/61 della Commissione.

Le vulnerabilità sovrane sono in aumento, guidate da una maggiore incertezza politica e da una crescita lenta

L'aumento dell'incertezza geopolitica e politica sta esacerbando le vulnerabilità sovrane. Da quando è stata pubblicata l'ultima edizione della Financial Stability Review, i risultati delle elezioni a livello europeo e nazionale, in particolare in Francia, hanno riacceso le preoccupazioni sulla sostenibilità del debito sovrano. Le maggiori incertezze politiche e le preoccupazioni del mercato sulle loro implicazioni per la sostenibilità del debito hanno portato ad alcuni spread sovrani ad ampliarsi per alcuni paesi dell'area dell'euro con alti livelli di debito (Sezione 1.2), sebbene per ora con limitate ricadute transfrontaliere. Contemporaneamente, la tendenza a lungo termine di crescente frammentazione politica osservata negli ultimi tre decenni ha reso più difficile formare coalizioni di governo stabili. Ciò potrebbe contribuire a ritardi nel raggiungimento di un accordo su riforme fiscali e strutturali chiave, aumentando al contempo l'incertezza della politica economica (Grafico 4, pannello a). Inoltre, la crescente incertezza geopolitica potrebbe implicare un onere aggiuntivo per i paesi sovrani nell'affrontare le conseguenze delle ricadute geopolitiche (ad esempio, sussidi energetici). Ciò sarebbe particolarmente difficile per i paesi in cui i livelli di debito pubblico sono elevati, dato il loro limitato spazio fiscale per sostenere l'economia in caso di shock avversi.

Chart 4

Vediamo che cosa ci dice il grafico qui sopra.

Le vulnerabilità sovrane sono aumentate, data l'accresciuta incertezza geopolitica e politica, i deboli fondamentali fiscali e la lenta crescita potenziale

a) Quote di voto dei partiti vincenti e incertezza della politica economica in Europa

b) Punteggi di conformità fiscale e saldi di bilancio nell'area dell'euro

c) Reazione simulata del rapporto debito sovrano/PIL a shock standardizzati su un orizzonte di dieci anni

(1987-2024; percentuali, indici)

(punteggi, percentuali del PIL)

(punti percentuali del PIL)

Fonti: parlgov.org, policyuncertainty.com, Larch, Malzubris e Santacroce*, calcoli della Commissione europea e della BCE. Note: Pannello b: i paesi a basso debito hanno rapporti debito sovrano/PIL inferiori al 60%, i paesi a medio debito tra il 60% e il 100% e i paesi ad alto debito superiori al 100% alla fine dell'anno 2023. Nel complesso i punteggi di conformità rilevano se gli aggregati fiscali rilevanti si sono spostati all'interno o all'esterno dei perimetri stabiliti dalle quattro principali regole fiscali del Patto di stabilità e crescita dell'UE. Pannello c: lo scenario di politica fiscale senza cambiamenti (NFPC) con costi di invecchiamento presuppone che oltre l'orizzonte di proiezione macroeconomica di medio termine, ovvero dal 2027 in poi, il saldo primario strutturale cambi solo in base alla variazione prevista nei costi di invecchiamento, altrimenti rimane costante. Lo shock di output potenziale presuppone una convergenza decennale al contributo mediano del capitale e della produttività totale dei fattori alla crescita dell'output potenziale. Il percorso di output potenziale risultante viene quindi utilizzato in combinazione con l'ipotesi NFPC sul lato fiscale. Lo shock del tasso di interesse è calibrato in modo che il differenziale di crescita del tasso di interesse (i-g) per ciascun paese ritorni alla sua media storica entro la fine dell'orizzonte di simulazione.*) Larch, M., Malzubris, J. e Santacroce, S., "Conformità numerica alle regole fiscali dell'UE: fatti e cifre da un nuovo database", Intereconomics, Vol. 58, n. 1, 2023, pp. 32-42.

I fondamentali fiscali restano vulnerabili allo slittamento e alla debole crescita potenziale in alcuni paesi. Nonostante il calo dei rapporti debito sovrano/PIL dopo l'impennata registrata durante la pandemia, i fondamentali fiscali restano deboli in alcuni paesi, dati gli elevati livelli di debito, le procedure in corso per deficit eccessivo e la scarsa conformità storica alle norme fiscali dell'UE (grafico 4, pannello b). Anche se il ciclo dei tassi di interesse è cambiato, si prevede che i costi del servizio del debito sovrano aumenteranno ulteriormente poiché il debito in scadenza viene rinnovato a tassi di interesse più elevati rispetto al debito in essere. Lo slittamento fiscale o le incertezze sui percorsi di consolidamento fiscale nell'ambito del nuovo quadro fiscale dell'UE potrebbero portare a una rivalutazione del rischio sovrano, alimentando la volatilità del mercato obbligazionario e l'incertezza politica (riquadro 1). Anche i venti contrari strutturali alla crescita potenziale derivanti da fattori come la debole produttività potrebbero minacciare la sostenibilità del debito (grafico 4, pannello c). La riforma fiscale per garantire una composizione delle finanze pubbliche favorevole alla crescita a lungo termine e le riforme strutturali sono fondamentali per aumentare la crescita potenziale nell'area dell'euro. Inoltre, una maggiore disciplina sulla spesa corrente aiuterebbe a creare lo spazio fiscale necessario per affrontare le sfide strutturali del cambiamento climatico, della spesa per la difesa, dell'invecchiamento e della trasformazione digitale, come previsto dal nuovo quadro fiscale dell'UE.

La risposta del mercato alle elezioni in Europa all'inizio di quest'anno si è rivelata temporanea e localizzata, con limitate ricadute intersettoriali. Una maggiore volatilità nei mercati del debito sovrano è stata accompagnata da un calo dei prezzi delle azioni bancarie nei paesi in cui l'incertezza politica è elevata. Tuttavia, i cali si sono rivelati di breve durata e le ricadute su altri settori e paesi sono rimaste contenute. Una nota positiva è che le esposizioni sovrane delle banche dell'area dell'euro rispetto al loro capitale rimangono, in media, al di sotto delle loro medie pluriennali nonostante un recente aumento, mentre le obbligazioni sovrane sono per la maggior parte detenute anche a costo ammortizzato. Ciò rende gli aumenti degli spread sovrani e della volatilità del mercato meno preoccupanti nell'immediato. Le preoccupazioni sulla sostenibilità del debito sovrano, unite all'accresciuta incertezza politica, potrebbero riversarsi sul settore aziendale tramite declassamenti del rating e costi di finanziamento più elevati. Potrebbero inoltre comportare vendite forzate e procicliche di asset da parte di soggetti non bancari in caso di un brusco aumento dei rendimenti dei titoli di Stato o di declassamenti generalizzati del rating, rafforzando così i circoli viziosi tra i settori.

Le preoccupazioni sul rischio di credito per alcune aziende e famiglie potrebbero influire sulla qualità degli asset bancari e non bancari

Gli elevati costi di finanziamento e la debole crescita economica continuano a influire sui bilanci aziendali, in particolare delle società immobiliari commerciali (CRE) e delle PMI. I costi degli interessi continuano a gravare sulla redditività aziendale anche se i nuovi tassi di prestito diminuiscono. Le insolvenze, un indicatore ritardato della salute finanziaria aziendale, sono aumentate in tutti i settori e nei paesi (sezione 1.3), sebbene da livelli moderati. Ciò riflette sia la graduale eliminazione del sostegno politico correlato alla pandemia sia le continue prospettive aziendali deboli e incerte (grafico 5, pannello a). La capacità di servizio del debito delle PMI sembra essere particolarmente vulnerabile a un rallentamento dell'attività economica e a costi di indebitamento più elevati. Le condizioni nei mercati CRE dell'area dell'euro mostrano segnali di stabilizzazione, con una domanda degli investitori in lieve ripresa, in linea con una politica monetaria meno restrittiva (sezione 1.5). Tuttavia, i fattori strutturali correlati al passaggio post-pandemia al lavoro da remoto e all'e-commerce, nonché le considerazioni ambientali, continuano a rendere difficili le prospettive per alcune società immobiliari.

Le vulnerabilità delle famiglie nell'area dell'euro si sono attenuate, ma i costi degli interessi stanno mettendo a dura prova le fasce a basso reddito. Le finanze delle famiglie hanno beneficiato di una leva finanziaria inferiore, mercati del lavoro resilienti, una forte crescita del reddito e maggiori risparmi. Tuttavia, le famiglie con redditi più bassi e mutui a tasso variabile sono sfidate da alti tassi di interesse. Una crescita più lenta e mercati del lavoro più deboli potrebbero minare la capacità di servizio del debito delle famiglie. A loro volta, i mercati immobiliari residenziali (RRE) potrebbero soffrire. Per ora, gli aggiustamenti sono rimasti ordinati, ma i rischi sono orientati al ribasso, soprattutto nei paesi con livelli elevati di debito ipotecario e mercati immobiliari sopravvalutati (Sezione 1.5). I mercati RRE potrebbero ancora affrontare stress se le condizioni del mercato del lavoro dovessero peggiorare notevolmente, aggiungendosi alle sfide di accessibilità derivanti da tassi ipotecari elevati, seppur in calo.

Chart 5

Vediamo che cosa ci dice il grafico qui sopra.

Le preoccupazioni sul rischio di credito in alcuni segmenti dei settori aziendale e delle famiglie potrebbero causare venti contrari alla qualità degli asset sia per le banche che per le non banche in futuro

a) Utilizzo della capacità, livelli del portafoglio ordini e fiducia industriale nell'area dell'euro

b) Flussi netti di NPL per prestiti alle PMI e CRE nell'area dell'euro

c) Detenzioni di asset delle non banche dell'area dell'euro, per paese emittente prospettive macro-fiscali

(Q1 2021-Q4 2024, percentuali, saldi percentuali)

(Q3 2023-Q2 2024, percentuali dello stock totale di prestiti)

(2021-25, percentuali)

Fonti: Commissione europea, BCE (dati di vigilanza, SHS) ed elaborazioni della BCE. Note: Pannello a: le linee tratteggiate indicano le medie a lungo termine dal 1999. Le ultime osservazioni per i livelli del portafoglio ordini e la fiducia industriale sono per ottobre 2024. Pannello b: i prestiti CRE alle PMI sono stati esclusi dal campione CRE. Pannello c: include esposizioni ad azioni quotate e titoli di debito di società non finanziarie e titoli di debito sovrani. Crescita elevata (bassa) si riferisce a una prospettiva di crescita potenziale del PIL nel 2025 superiore (inferiore) all'1%. Debito sovrano elevato (basso) si riferisce a rapporti debito/PIL superiori (inferiori) al 100%.

La qualità degli asset bancari è rimasta resiliente, ma le preoccupazioni sulla qualità del credito in alcune parti dei settori non finanziari suggeriscono che ci saranno delle sfide future. Mentre i rapporti sui prestiti in sofferenza (NPL) sono ai minimi storici, le perdite aggregate nei portafogli di prestiti sensibili al ciclo, in particolare CRE, PMI e prestiti al consumo, sono aumentate, sebbene con significative variazioni tra paesi (grafico 5, pannello b). I portafogli di prestiti CRE hanno contribuito principalmente all'indebolimento della qualità degli asset, ma le loro dimensioni relativamente modeste attenuano gli impatti sistemici sul settore bancario. Allo stesso tempo, queste esposizioni sono concentrate e le banche con esposizioni CRE superiori alla media potrebbero comunque trovarsi ad affrontare stress se la qualità degli asset CRE dovesse peggiorare ulteriormente. Il deterioramento della qualità del credito delle PMI è stato più contenuto, ma è anche più diffuso. La sua persistenza potrebbe avere un impatto più forte sulle banche e sull'economia reale di quanto attualmente previsto. Le prospettive di rischio di credito per i portafogli aziendali e delle famiglie rimangono orientate al ribasso, date le deboli condizioni macrofinanziarie, i rischi al ribasso per la crescita economica e l'impatto ritardato degli alti tassi di interesse sui mutuatari. Le banche potrebbero ancora dover affrontare costi di accantonamento più elevati se i rischi nei settori non finanziari dovessero materializzarsi, non da ultimo perché i valori collaterali in calo potrebbero non essere pienamente riflessi nei loro bilanci.

La capacità delle banche di assorbire un ulteriore deterioramento della qualità degli asset continua a essere supportata da elevati livelli di redditività insieme a solidi buffer di capitale e liquidità. Costi operativi inferiori e forti margini di interesse netti hanno consentito alle banche dell'area dell'euro di mantenere elevati livelli di redditività. La loro resilienza è supportata da solidi coefficienti patrimoniali e buffer di liquidità, nonostante la graduale eliminazione dei finanziamenti da operazioni di rifinanziamento mirate a lungo termine. Detto questo, la redditività bancaria potrebbe aver raggiunto il picco, poiché la pressione al ribasso sugli utili su attività a tasso variabile diventa un ostacolo per il reddito da interessi, mentre le perdite su crediti iniziano a salire. In questo contesto, è fondamentale che i requisiti di buffer di capitale macroprudenziale siano mantenuti a livelli che preservino la resilienza delle banche. Le misure esistenti basate sui mutuatari dovrebbero essere mantenute per fungere da backstop strutturali e garantire solidi standard di prestito in tutte le fasi del ciclo finanziario.

La qualità degli asset nei portafogli non bancari potrebbe essere compromessa da deboli fondamentali aziendali e condizioni del mercato immobiliare. Nonostante un certo ribilanciamento dei loro portafogli di investimento verso asset più sicuri negli ultimi anni, le banche non bancarie devono ancora affrontare rischi di credito elevati. L'elevata incertezza economica e i deboli fondamentali aziendali hanno portato a un deterioramento delle prospettive di credito, esponendo il settore NBFI a perdite di rivalutazione dovute a declassamenti e a un crescente rischio di insolvenza. Le esposizioni verso paesi con bassa crescita economica e finanze pubbliche fragili sembrano particolarmente vulnerabili, poiché i sovrani più deboli potrebbero non avere lo spazio fiscale per aiutare l'economia a resistere a shock avversi (grafico 5, pannello c). I rischi di valutazione si estendono anche ai portafogli immobiliari delle banche non bancarie. I bruschi cali dei prezzi CRE potrebbero non essere ancora pienamente riflessi nelle valutazioni dei fondi di investimento immobiliare, ponendo rischi di notevoli perdite non realizzate (sezione 4.2). Ulteriori cali dei prezzi nei mercati CRE dell'area dell'euro potrebbero portare a deflussi di fondi, esacerbati dalle vendite procicliche da parte delle banche non bancarie. I forti legami potrebbero causare qualsiasi stress nel settore NBFI che si riversa sulle banche dell'area euro, in particolare tramite finanziamenti.

Le vulnerabilità della stabilità finanziaria dell'area euro rimangono elevate in un contesto volatile

Tutto sommato, le fonti di rischio e vulnerabilità per la stabilità finanziaria sono rimaste elevate dalla pubblicazione dell'ultimo numero della Financial Stability Review. Mentre i mercati finanziari e le banche non bancarie hanno dimostrato di essere resilienti ai recenti periodi di volatilità, la probabilità di eventi estremi rimane elevata poiché l'equilibrio dei rischi nell'area euro si sposta dalle preoccupazioni per l'inflazione che rimane elevata ai timori sulla crescita.

In un contesto di elevata incertezza macrofinanziaria e geopolitica, potrebbe verificarsi un'improvvisa e brusca inversione del sentiment di rischio, date le elevate valutazioni degli asset e le esposizioni concentrate al rischio nel sistema finanziario. Le incertezze politiche e di policy hanno riportato l'attenzione sui rischi sovrani, causando un aumento delle vulnerabilità sovrane.

Un possibile aumento delle tensioni associate ai conflitti in Medio Oriente e Ucraina, oltre all'accresciuta incertezza della politica commerciale, potrebbe innescare un indebolimento delle condizioni macrofinanziarie, con ripercussioni sul rischio di credito nei settori finanziario e non finanziario.

Inoltre, diverse questioni strutturali trasversali rimangono critiche per la stabilità finanziaria e potrebbero interagire e amplificare le vulnerabilità cicliche esistenti. Queste questioni sono associate ai rischi legati al clima, sia di transizione che fisici, sulla strada verso un'economia a basse emissioni di carbonio; debolezze della sicurezza informatica, tra cui interruzioni dei fornitori IT sistemici e l'ascesa dell'intelligenza artificiale; e frammentazione geopolitica che manda in retromarcia l'integrazione economica, commerciale e finanziaria globale. Il potenziale di queste vulnerabilità cicliche e strutturali di materializzarsi simultaneamente e amplificarsi a vicenda aumenta i rischi per la stabilità finanziaria, creando potenzialmente cicli di feedback negativi in ​​vari settori.

Valter Buffo